domenica 30 maggio 2010

Marcegaglia, Fiore: non si tutela Made in Italy delocallizando in Cina


Roberto Fiore, Segretario di Forza Nuova, commenta le dichiarazioni di Emma Marcegaglia, per cui "in un momento di crisi economica, siamo convinti che la vera forza del Paese sia rappresentata dalle aziende del Made in Italy", aggiungendo però che che "occasione per promuovere il Made in Italy e' rappresentata dalla missione in Cina, dove potremmo esprimere le nostre capacita". Fiore afferma: "o la Marcegaglia ha un sottile umorismo inglese, di cui faremmo volentieri a meno, oppure non sa distinguere tra profitto delle aziende ed interesse dei lavoratori. Come puo' dirsi per la tutela del made in Italy affermando al contempo che la "missione in Cina" , ossia la delocalizzazione, è un bene? Non basta che un imprenditore sia italiano per difendere il made in Italy:l'imprenditore italiano deve produrre interamente Italia, a casa mia il Made in italy è il prodotto fatto dalla a alla z in Italia, le altre variazioni su cui gli imprenditori si stanno sbizzarrendo sono porcherie ed inganni."

domenica 23 maggio 2010

No etichetta per latte italiano. Gli allevatori:«provvedimento che ci affossa»



ABRUZZO. La commissione Europea il 29 marzo scorso ha bocciato l´etichettatura sul latte, made in Italy, un provvedimento che è passato sotto silenzio e che è stato pubblicato solo di recente sulla Gazzetta ufficiale.
«L´Italia è tenuta a non adottare l´articolo 2, 3 ... per quanto riguarda l´obbligo di indicare sull´etichetta il luogo di origine del latte: pastorizzato microfiltrato, pastorizzato ad elevata temperatura, UHT, microfiltrato a lunga conservazione, sterilizzato e dei prodotti lattiero-caseari».
In queste poche righe pubblicate sulla Gazzetta ufficiale dell´Unione Europea il 22 aprile 2010, la Commissione di Bruxelles boccia la proposta dell´ex ministro Zaia del 25 agosto 2009.Il testo proponeva di indicare l´origine sulle confezioni di latte, e la provenienza del latte utilizzato per formaggi, latticini e cagliate. Dunque l´Europa chiede «alle autorità italiane di non adottare le disposizioni in questione previste dal progetto di decreto».
«Una cosa gravissima che seguita ancora ad affossare l´economia zootecnica», commenta Dino Rossi del Cospa Abruzzo, «dovuto al fatto che il latte seguita ad arrivare dai paesi dell´est Europa, per poi essere confezionato in Italia dai grandi gruppi industriali per la grande distribuzione. Viene poi messo sul mercato e venduto come latte italiano traendo in inganno i consumatori».
«Quello che non si capisce», aggiunge Rossi, «è come mai invece è passato il panino McItaly? Un panino che di italiano non ha nemmeno il nome, è evidente che quando c´è la volontà politica tutto diventa lecito. Una cosa vergognosa è quello di nasconderci sempre dietro le direttive europee per favorire qualche meccanismo legato ai poteri forti».
Secondo l´associazione di allevatori questa decisione porterà conseguenze negative per chi commercia il latte nostrano (di solito piccole realtà) e si deve scontrare contro colossi industriali che sarebbero persino favoriti da provvedimenti come quello di cui si parla che genera una sorta di inquinamento del mercato e della concorrenza.
Un provvedimento peraltro che va in controtendenza rispetto ad alcuni già in vigore che prevedono l´obbligo di etichettatura per alcuni prodotti per tracciarne la filiera e la provenienza ed assolvere ad un obbligo di informazione dei consumatori.
Non per il latte.

mercoledì 12 maggio 2010

Riflessioni sul mondo delle cooperative




Crediamo che di fronte alle enormi difficoltà del mondo del lavoro, tutta l´area che ruota intorno ai valori di una destra sociale italiana, con tradizioni e ideali che ci arrivano da lontano, ben radicati e fortemente identitari, non possa esimersi dallo sferrare un attacco frontale allo scandalo del mondo delle cooperative che aggredisce quanto di più fondamentale dovrebbe esserci nella vita di un lavoratore: la sicurezza nel proprio futuro e la tutela del salario.

Stiamo assistendo allo smantellamento pezzo per pezzo di un welfare che, seppure con tutte le sue contraddizioni derivanti dalla natura politica degli Stati cosiddetti democratici, è comunque una applicazione di ammortizzatori sociali assolutamente necessari per il popolo.

Il movimento cooperativo da una fase primigenia improntata al fine mutualistico si è lentamente trasformato in un cancro che ha fagocitato interi settori dell'economia e che per la sua rilevanza ha prodotto fenomeni borderline di elusione, evasione fiscale e sfruttamento dei lavoratori e dei consumatori in una misura impressionante.
In un'analisi politica possiamo individuare diversi livelli del fenomeno. Abbiamo ad esempio un livello che definirei patologico, ed è rappresentato sicuramente da tutti quei piccoli e

medi imprenditori che al momento di decidere la costituzione della propria impresa, optano a favore della forma cooperativa, con evidenti benefici fiscali e impegni legali molto attenuati; è del resto storia comune ai professionisti consulenti, avvocati, commercialisti e quant´altro, l'affrontare problematiche del genere quasi quotidianamente.

C´è poi un fenomeno impressionante che vede moltissime piccole imprese ricattare i lavoratori, e obbligarli a costituire una cooperativa per mantenere il posto di lavoro, evitando tutti gli oneri connessi alla tutela dei diritti e risolvendo la questione della gestione del personale con un semplice pagamento della fattura alla fine del mese per le competenze lavorative.

Esiste poi un fenomeno politico di copertura, essenzialmente da parte del mondo genericamente di sinistra, per creare un sistema ad hoc di imprese cooperativistiche che vada a spartirsi gli appalti pubblici; anche qui è storia quotidiana di chi tenta di entrare in competizione per le opere e gli appalti pubblici, di venire esclusi, a favore di soggetti cooperativistici, dall´assegnazione perché il gioco al ribasso delle aste è spesso pilotato dagli stessi soggetti politici collusi a quel mondo. Nelle nostre regioni rosse sono stati gli anni '60 - '80 il momento più drammatico in cui nessun imprenditore riusciva a entrare in competizione a meno di non essere comunque coartato nel sistema finanziamento-tangente.

Ciascuno di questi capitoli meriterebbe da solo un approfondimento: ma il tema vero che emerge oggi con forza è quello, se vogliamo paradossale, che vede il mondo della sinistra, che a parole lancia strali infuocati in difesa delle vittime del precariato e contro certe politiche sociali, e che dall´altro, senza vergogna e senza remore, incentiva la diffusione delle stesse e la diminuzione dei diritti dei lavoratori attraverso il ricorso a piene mani nell´amministrazione pubblica e nell´economia privata, delle cooperative di lavoro.

Nella Pubblica Amministrazione, dobbiamo pensare ad esempio al settore sanità, delegato per legge alla gestione delle Regioni. I buchi di bilancio spaventosi derivanti, soprattutto nelle regioni di tradizione comunista, da una malasanità diffusa, e sempre coperta, perché porta un consenso elettorale inusitato, servono come alibi per una costante e inesorabile diminuzione delle piante organiche delle varie strutture sanitarie e per un ricorso massiccio alle cooperative esterne, di matrice politica, costituite spesso da personaggi fortemente legati alla politica locale. Il risultato è che abbiamo inserito infermieri anche extracomunitari, che hanno scarsissima professionalità, abbiamo dipendenti che per la natura del contratto di lavoro cooperativo non possono usufruire dei corsi di aggiornamento e ci troviamo di fronte ad un esercito di precari che lavorano per la durata dell´appalto e poi vengono buttati a mare perché all´appalto successivo concorrerà e vincerà un´altra cooperativa, magari connotata diversamente o appartenente a una corrente politica diversa, in modo che la spartizione del denaro pubblico, negli anni, venga attuato con una sorte di criterio compensativo. Senza contare che i livelli retributivi dei dipendenti cooperativi, non solo nel settore sanità ma anche nell´autotrasporto, nei traslochi e facchinaggi, ecc. sono in genere inferiori di circa 200 euro al mese, e l´estrema ricattabilità del lavoratore sulle scelte operate dalla coop è di facile intuizione.

Ciò che abbiamo riportato sinteticamente dovrebbe concorrere a farci riflettere e a produrre azione politica di sostegno alle fasce più deboli del popolo italiano che di fronte ad un mondo economico guidato oramai solo dal profitto a tutti i costi e da una globalizzazione che pare non lasciare scampo ai più deboli del mercato - dai più giovani fino a quelli che a 50 anni si ritrovano senza un lavoro e senza compensazioni sociali, alle donne che stentano ad affrancarsi da una ricattabilità estrema nel mondo del lavoro - pare che abbia individuato nel mondo cooperativo la panacea alla disoccupazione. Non è così. Dobbiamo avere la lucidità di non pensare che sia meglio un posto da precario piuttosto di niente; la nostra lotta politica deve essere di supporto per arginare questo fenomeno distorto che rischia di diventare strutturale in alcuni settori-chiave della vita economica nazionale.
Gabriele Venezi
da :Ordine Futuro del 31/03/2009

domenica 9 maggio 2010

Maggio,tempo di Cinipide.


Siamo giunti a Maggio,che,oltre ad essere il mese Mariano e delle rose,è anche il mese in cui si manifestano le galle del cinipide galligeno del castagno.
In questo periodo si rendono quindi necessarie le operazioni di "pulitura" delle piante da queste ultime in modo da evitarne l'ulteriore propagazione,mediante l'asportazione e la bruciatura dei rami infetti.
Capisco che
nessun conduttore vorrebbe mai eseguire queste operazioni che quasi sempre portano a potature drastiche che tendono a segnare profondamente la forma della pianta,ma ci tengo a mettere l'accento sulla necessità di eseguirle proprio per evitare di vedere distrutto un settore fondamentale dell'economia locale.
L'invito è quindi di monitorare attentamente i poderi ed intervenire tempestivamente laddove le galle sono presenti,ed è rivolto principalmente ai conduttori stessi,agire in tempo è l'unico modo per arginare il problema in quanto tra meno di un mese inizierà la fase di sfarfallamento,ossia quella fase in cui gli esemplari adulti lasciano le galle e depongono le uova iniziando così un nuovo ciclo biologico che porterà nuove galle per la prossima primavera...


sabato 1 maggio 2010

La taratura delle macchine irroratrici

Pubblichiamo un'interessante video su come viene effettuata la taratura delle macchine irroratrici.
Operazione quantomeno consigliabile per evitare inutili sprechi di prodotto che danneggierebbero sia l'ambiente,e quindi la nostra salute,finendo in quello che mangiamo,sia le finanze dell'azienda.

Per questo video ringraziamo "briobris"