lunedì 29 marzo 2010

PONTEROMITO (AV),FURTO AL CONSORZIO AGRARIO



Di nuovo un furto in Alta Irpinia e di nuovo teatro del misfatto è stata l'agenzia del Consorzio Agrario di Ponteromito,nel comune di Montemarano (AV).
Anche questa volta,la seconda di rilievo negli ultimi tre anni,i malfattori si sono concentrati sui fitofarmaci,prelevandone per un valore complessivo di circa 30.000 €,non disdegnando comunque altre attrezzature che portano ad un bottino di circa 50.000 €.
Questo furto va a sommarsi ad una serie di eventi dello stesso tipo accaduti in Alta Irpinia e che vedono come vittime un commerciante di castagne di Montella e,sempre a Montella,uno spaccio di prodotti agricoli ed un allevatore di bovini da latte.
A questo punto è evidente che questi episodi sono il sintomo di un malessere ed una malagestione del territorio oramai dilagante e su cui non si può più sorvolare,non è più tollerabile che onesti contribuenti,cittadini esemplari,siano ostaggio di un manipolo di ladruncoli che in poche ore vanificano il duro lavoro di tutta una vita.
Per questo invitiamo tutti i lettori,agricoltori e non,a non acquistare merci che non siano accompagnate da regolare fattura o scontrino fiscale o che,comunque, destino un sospetto di dubbia provenienza,sarà il primo passo verso la sconfitta del mercato delle merci rubate in quanto si sa che ciò che il mercato non chiede,il mercato non propone.

domenica 28 marzo 2010

PROPOLI, UN PREZIOSO AIUTO DALLA NATURA



La propoli è una resina che riveste le gemme di alcune piante, come betulla, pioppo, pino, larice, olmo, ciliegio, che le api raccolgono e modificano con le loro secrezioni salivari e con l'aggiunta di cera.
E' anche detta "l'antibiotico naturale", uno dei rimedi più usati durante la stagione fredda.
La scoperta e l'utilizzo della propoli hanno origini antichissime. I primi cenni storici sul suo uso risalgono a circa 6.000 anni fa. I sacerdoti dell'Antico Egitto utilizzavano questa preziosa sostanza per mummificare le spoglie dei faraoni, mentre i medici ne facevano uso per curare le infezioni della pelle, dell'apparato respiratorio e come cicatrizzante e disinfettante delle ferite. Le donne di stirpe reale, invece, la mescolavano al latte per ricavarne lozioni di bellezza. Ma quella egiziana non è l'unica civiltà dove si trovano citazioni riguardanti l'impiego della propoli. Anche i Greci, i Romani, gli Arabi e persino gli Incas ne conoscevano le straordinarie proprietà. Per questi ultimi, ad esempio, era un valido rimedio per le infezioni che provocavano la febbre. La sua storia passa, dunque, attraverso i secoli per giungere fino a noi come un potentissimo farmaco naturale.
Negli ultimi trent'anni gli scienziati hanno messo in evidenza i suoi componenti, i meccanismi di azione e le proprietà biologiche, confermando in maniera scientifica le ragioni per cui l'uomo la utilizza da così tanto tempo per curare vari disturbi e malattie.
E' interessante osservare anche l'uso che fanno del loro prodotto le api stesse all'interno dell'alveare. Infatti, oltre che come materiale da costruzione, è usata come antisettico. Viene applicata come sterilizzante sulle pareti delle cellette, soprattutto quelle destinate ad accogliere le uova dell'ape regina; oppure viene depositata, per evitarne la decomposizione putrefattiva, su animaletti penetrati all'interno dell'arnia e uccisi dalle api stesse, quando non sono in grado di trascinarli fuori.
La propoli che troviamo in commercio è ottenuta per raschiamento, nella pulizia periodica delle superfici interne dell'arnia, oppure grazie ad apposite griglie di raccolta poste tra il nido e il tetto dell'arnia.
La composizione della propoli è molto variabile a seconda delle stagioni, del tipo di vegetazione e dalla razza stessa delle api raccoglitrici.
Mediamente la sua composizione chimica è la seguente: resine e balsami 50% (tra cui acidi aromatici, aldeidi aromatiche, acidi caffeico, ferulico, cumarico), cere 30% (contenenti anche vitamine del gruppo B, vitamina C ed E, oltre a oli essenziali), polifenoli 10% (in particolare flavonoidi), polline 5% e sostanze varie 5% (sali minerali, tra cui: calcio, rame, ferro, manganese e altri).
I flavonoidi rappresentano la frazione più interessante e studiata per le sue preziose qualità, quali l'attività antibatterica, antifermentativa e riepitelizzante. Nelle piante queste sostanze svolgono azioni di protezione e di stimolo delle principali funzioni metaboliche, come, ad esempio, la respirazione cellulare. Inoltre proteggono dai parassiti e dai danni provocati da un eccesso di radiazioni luminose.

Proprietà della propoli
Azione batteriostatica e battericida: la propoli è uno dei migliori antibatterici naturali sia per la sua attività inibitrice (impedisce la moltiplicazione dei germi ed è in grado di ucciderli), sia per lo stimolo che esercita sui processi di immunità.
Per ottenere la massima efficacia è utile iniziare la cura ai primi sintomi (consiglio valido per tutte le sue applicazioni) prolungandola per un periodo di almeno 15 giorni. E' possibile l'associazione con antibiotici allo scopo di combattere la riduzione delle difese immunitarie provocata da questi ultimi.

Azione antimicotica: si esercita soprattutto sulle micosi cutanee superficiali da Candida, Tricophyton, Microsporon, Trichomonas (parassita che infetta le vie genitali femminili). L'attività antifungina sembra dovuta agli acidi aromatici e ai polifenoidi.
E' consigliabile un periodo di cura non inferiore ai 30 giorni.

Azione antivirale: particolarmente efficace nel combattere i virus influenzali, in quanto ne inibisce la crescita e ne rallenta la moltiplicazione, la propoli si rivela anche un ottimo antidoto nei confronti dell'erpes zoster, genitalis e labialis.
La somministrazione deve durare almeno 15 giorni.

Azione immunostimolante e anti infiammatoria: aumentando la produzione di anticorpi, è un ottimo stimolante delle difese immunitarie in genere.
Si può utilizzare la propoli nella prevenzione delle malattie da raffreddamento delle prime vie aeree seguendo tre cicli di somministrazione di 30 giorni ciascuno, intervallati da 15 giorni di sospensione, iniziando tra la fine di settembre e i primi di ottobre.

Azione anestetica locale: tale azione è dovuta agli olii essenziali volatili.

Azione epatoprotettiva: grazie all'attività anti radicali liberi della propoli è possibile riscontrare anche una proprietà di protezione del fegato e degli organi ad esso connessi.

Azione vasoprotettiva: tale azione si esplica sulla fragilità e permeabilità capillare e sulla circolazione, in quanto i flavonoidi tendono a irrobustire le pareti capillari.

Azione antiossidante: protegge contro i danni da radicali liberi grazie soprattutto alle vitamine C ed E. Pare che tale attività sia maggiore per l'estratto acquoso che per quello alcolico.

Azione contro i trigliceridi: recenti sperimentazioni hanno dimostrato la capacità della propoli di diminuire il contenuto di grassi nel sangue.

Azione lassativa: la blanda azione lassativa della propoli è spiegabile grazie alla stimolazione dei movimenti dell'intestino per l'effetto combinato sulla muscolatura liscia e striata dell'intestino.

Sembra che questo prodotto sia privo di effetti collaterali anche a dosi elevate e prolungate nel tempo. Tuttavia, qualunque disturbo scompare prontamente con la sospensione del trattamento.

Preparazioni farmaceutiche
Soluzione idroalcolica di propoli: si ottiene lasciando macerare la propoli in alcol etilico, tale tintura risulta scura e lascia residui sul bicchiere in quanto la sostanza è ricca di cera, tuttavia la purificazione potrebbe comportare la perdita di alcuni componenti e la riduzione dell'efficacia. La tintura idroalcolica viene utilizzata per la fabbricazione di gocce (usate prevalentemente per gargarismi e come colluttorio) e di sciroppo (per i bambini).

Estratto secco di propoli: si ottiene concentrando la soluzione idroalcolica ed evaporando totalmente l'alcol. La polvere così ottenuta viene mescolata a opportune sostanze per la fabbricazione di compresse (per mal di gola, faringiti e altri disturbi quotidiani), compresse effervescenti o bustine solubili (che permettono un rapido assorbimento da parte dello stomaco).

Soluzione idroglicerica: si ottiene estraendo la propoli in una soluzione non alcolica. Viene utilizzata per la produzione di gocce, particolarmente adatte ai bambini, essendo totalmente prive di alcol.

Altri usi della propoli
Come già accennato, l'utilizzo della propoli in cosmesi è antichissimo. I suoi estratti vengono oggi impiegati per la preparazione di creme, lozioni, emulsioni, detergenti, unguenti, colluttori e altro. Si possono usare per la cura dei capelli e del cuoio capelluto, per l'igiene dei denti e della pelle. Vengono, inoltre, creati prodotti ad azione filtrante (solari), ad azione deodorante e purificanti per pelli grasse e impure.

giovedì 25 marzo 2010

Futuragra inoltra ricorso contro il decreto Zaia.


La battaglia per il mais OGM si annuncia dura e aspra. Il Ministro Luca Zaia ha firmato un decreto che ne vieta la coltivazione in Italia, nonostante il parere positivo del Consiglio di Stato. Futuragra, l’associazione che ha innescato tutto il processo di approvazione della coltivazione del Mon810 sotto brevetto Monsanto e che parla a nome di molti coltivatori padani, è contro il decreto Zaia e per bocca di Silvano Dalla Libera, agricoltore di Pordenone annuncia che sarà presentato ricorso.

Ha detto Dalla Libera:

Impugneremo il decreto e mi auguro che il governo lo bocci perché non può essere un ministro o una associazione di categoria come Coldiretti che blocca l’innovazione in Italia. Io spero nel buonsenso di alcuni politici, soprattutto del PdL che predica la libertà ma alla fine questa libertà a noi agricoltori non viene data. Noi vogliamo coltivare questo mais per dimostrare che il mais ogm è sanissimo e dà più reddito agli agricoltori in un momento di crisi come questo: in Italia abbiamo avuto un calo di reddito nell’agricoltura del 25% e le aziende stanno chiudendo.

Secondo Dalla Libera coltivare mais Ogm porterebbe a un guadagno di circa 300/400 euro per ettaro e conclude:

Prenderemmo tutte le misure necessarie, hanno paura che vengano a galla tutte le falsità sugli ogm.

Personalmente non credo alla possibilità per gli agricotori Italiani di guadagnare di più con le coltivazioni OGM, in quanto la natura dei problemi legati alle nostre realtà, credo sia da ricercarsi in un assurda rincorsa alle grosse produzioni,che,il nostro Bel Paese poco propenso è a concederci,a causa di una morfologia che rende impensabile trovare più aziende che abbiano a disposizione migliaia di ettari da dedicare ad una singola coltura come invece avviene in altri continenti.Sarebbe opportuno allora vietare non solo la coltivazione, ma anche la commercializzazione di mais OGM in Italia, per far si che i nostri produttori non debbano scontrarsi continuamente con queste realtà con le quali non potranno mai competere?Ovviamente è una provocazione ma sarebbe interessante capire da che parte stanno sia i cittadini che gli agricoltori,nonchè gli studiosi che si occupano di OGM.


domenica 21 marzo 2010

Ogm, Zaia firma pubblicamente il decreto di stop alle coltivazioni. “Scriviamo una pagina della storia dell’agricoltura italiana”o

Riprendiamo questa notizia direttamente dal sito:www.politicheagricole.it .
19/03/2010
“Ho voluto firmare pubblicamente questo decreto perché si tratta di un momento storico per l’agricoltura italiana. Un momento nel quale purtroppo bisogna constatare con amarezza la contrapposizione insanabile fra il partito dei pro-OGM, che conta pochissimi oche sono invece la stragrande maggioranza dei cittadini, oltre il 75% secondo gli ultimi sondaggi e non credo che siano tutti leghisti”.

Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia ha aperto con queste parole la conferenza stampa, nella Sala Verde del Ministero, per la firma del decreto di stop alle coltivazioni di un mais OGM, a meno di 24 ore dalla decisione presa all’unanimità dalla Commissione prodotti sementieri geneticamente modificati di negare l’autorizzazione alla coltivazione dello stesso mais.

“La Commissione, riunitasi ieri e composta da due rappresentanti del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, due del Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, due del Ministero della Salute, dai rappresentanti delle Regioni Basilicata, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Toscana e Veneto, ha dato un segnale chiaro e in linea con il volere del popolo sovrano, che noi siamo intenzionati a rappresentare e difendere fino in fondo”.

“La motivazione squisitamente tecnica della contrarietà è nell’assenza delle condizioni che garantiscano la coesistenza fra coltivazioni OGM e coltivazioni OGM-free, come previsto dalla legge, condizioni che da più parti – dove forse non si ha chiaro che la libertà propria finisce laddove comincia quella del vicino - si sta tentando di presentare come fatto irrilevante. Ecco – ha proseguito Zaia -di quali articoli è composta, a mio personale parere, la legge del buon senso: 1. Siamo la culla della biodiversità, con 4500 prodotti tipici frutto di secoli e secoli di storia; 2. dove si coltivano gli OGM, gli agricoltori non guadagnano di più; basti dire che oggi alla borsa di Chicago il mais è quotato a 101 euro alla tonnellata, contro i 146 euro/ton delle borse europee; 3. il mais transgenico, la cui coltivazione è autorizzata da anni in Europa, non copre più dell’1% della produzione totale; 4. il vero business delle multinazionali non sarebbe nella coltivazione, ma nel brevetto delle sementi e delle eventuali, successiva ibridazioni; in poco tempo la terra sarebbe nelle mani di pochi uomini, come è accaduto in India e come si sta cercando di fare anche nel continente africano, dove la prima voce che si è levata a difesa degli africani è quella della Chiesa; 5. gli OGM non servirebbero a sfamare il mondo perché non mi risulta che esista un patto etico per regalare un’eventuale sovrapproduzione a chi muore di fame; 6. dove si vendono gli OGM, i ricchi mangiano biologico, i poveri i cibi geneticamente modificati. Non siamo oscurantisti, ma gente di buon senso, che rispetta il volere del popolo”.

Il decreto firmato dal Ministro, passerà ora alla sottoscrizione dei Ministri della Salute e dell’Ambiente.

lunedì 15 marzo 2010

RIFIUTA IL COMPROMESSO!

La Lega Della Terra,
in vista delle imminenti consultazioni elettorali per il rinnovo del consiglio regionale della Campania,
vista l'esclusione da tale competizione delle liste di
Forza Nuova e considerato lo scenario di degrado politico che imperversa in suddetta regione,dove un governo di centrosinistra (attualmente in carica) ha miseramente fallito,contrastato solo dai fantasmi di un'opposizione inesistente e dove si affaccia lo spettro di una nuova generazione di sessantottini pronti a sfasciare tutto in nome della democrazia e della giustizia,
invita ad astenersi dal voto al fine di non legittimare oltremodo un sistema clientelare e colluso con il malaffare.

il 28 ed 29 Marzo
rifiuta il compromesso...
NON VOTARE!!!

domenica 14 marzo 2010

Zucchero, trovati aiuti per 86 milioni Il Governo ha indicato le fonti di finanziamento: 65 milioni dalla Finanziaria, 21 milioni dall’Agea I fondi de





Di decisioni definitive non c’è traccia. Ma sul futuro – anche a breve – del settore bieticolo-saccarifero il Comitato interministeriale, convocato il 3 marzo scorso a Palazzo Chigi, qualche importante passo avanti l’ha fatto. Confermando l’impegno del Governo a erogare gli attesi 86 milioni di euro di aiuti nazionali, con l’indicazione delle fonti di finanziamento. Respingendo – per ora – l’ipotesi di un commissariamento dei progetti di riconversione degli ex-zuccherifici dismessi. E annunciando che il decreto sui certificati verdi per la produzione di energia da biomasse è stato firmato. Al tavolo del Comitato, presieduto dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, il ministro delle Politiche agricole, Luca Zaia, rappresentanti dei ministeri dell’Ambiente, dell’Economia, dello Sviluppo economico e delle Regioni hanno concordato sull’urgenza di erogare gli aiuti – 43 per il 2009, altrettanti per il 2010 – già decisi con la riforma comunitaria del 2006-07.
Risorse ritenute necessarie per la sopravvivenza del settore, ormai a ridosso delle semine e della predisposizione dei bilanci 2009 delle società saccarifere. Una filiera che dopo i tagli decisi negli ultimi tre anni vede ancora attive circa 10mila aziende agricole, su 60mila ettari, con quattro stabilimenti di lavorazione e una produzione di zucchero di 500mila tonnellate.
Nel «Decreto legge incentivi», all’esame di uno dei prossimi Consigli dei ministri, sarà inserita una norma che prevede la copertura degli 86 milioni. Di questi, 21 saranno attinti da risorse proprie dell’Agea, i restanti 65 dai 100 milioni indicati dall’articolo 2, comma 55, della legge finanziaria 2010 che prevede un «Fondo infrastrutture».
Per quanto riguarda l’avvio dei 15 progetti di riconversione (si veda il n. 8/2010 di «Agrisole»), il Comitato avrebbe respinto l’ipotesi di nominare commissari ad acta per sveltire le procedure. Le stesse Regioni hanno sottolineato che non esistono problemi insormontabili per la realizzazione dei progetti. Piani di riconversione produttiva già cofinanziati con fondi comunitari, con investimenti per 1,3 miliardi e la possibilità di 700 nuovi posti di lavoro.
Il Mipaaf attuerà comunque un monitoraggio sul territorio. E solo nel caso dovessero riemergere problemi con gli enti locali, insieme alle Regioni interessate potrebbe procedere a commissariamenti.
Al momento, sono rimaste aperte piccole questioni per alcuni impianti. Come quello di Celano (L’Aquila), di proprietà di Eridania Sadam, destinato al confezionamento di ortofrutta e alla produzione di biomasse e che attende il definitivo rilascio della Via (Valutazione di impatto ambientale). Per lo stabilimento di Villasor (Cagliari), destinato alla produzione di biomasse e biodiesel, la Regione Sardegna ha chiesto maggiori garanzie sulla provenienza della materia prima, che dovrà essere locale. Mentre a Castiglion Fiorentino (Arezzo) devono essere risolte ancora alcune questioni di natura urbanistica e il Comune è in attesa di un Master plan.
Infine, del decreto sui certificati verdi (si veda articolo a pagina 4) il Comitato non ha prodotto bozze, assicurando comunque che il provvedimento è stato già firmato dai rispettivi ministeri competenti delle Politiche agricole e dello Sviluppo economico. Un decreto interministeriale finalizzato all’estensione dell’incentivo per la produzione di energia elettrica da biomasse agricole da filiere locali, di cui nei giorni scorsi il ministro Zaia ha anche riferito a un question time alla Camera, rispondendo a una interrogazione dell’Unione di Centro.

martedì 9 marzo 2010

Patata Ogm Amflora, siete favorevoli o contrari? Sul sito del Ministero dell'Agricoltura si può votare.


Il Ministero dell'Agricoltura lancia il sondaggio  sulla patata OgmLa Commissione europea ha deciso di dare il via libera alla coltivazione della patata gm Amflora. Cosa ne pensi? Da qualche giorno sul sito del Ministero per le Politiche Agricole è spuntato un sondaggio che, tra le altre, contiene anche questa domanda.

Il sondaggio, in realtà, è più ampio e riguarda la percezione complessiva degli italiani sulla sicuerezza alimentare nel nostro paese. Ma, in seguito alla decisione della Ue che sdogana la patata geneticamente modificata, la domanda più interessante è proprio quella sulla Amflora. Ancora più interessanti sono le risposte che, fino ad ora, hanno dato gli italiani:

Sono contrario perché penso che gli Ogm siano dannosi sia per ambiente che per la salute (35%)
Sono contrario perché credo che gli Ogm impoveriscano la terra e l’economia agricola (19%)
Sono favorevole perché gli Ogm sono il futuro (37%)
Sono favorevole perché penso che gli Ogm non siano dannosi per la salute(9%)



Fatti due conti il 54% di chi ha risposto è contrario alla patata Ogm mentre il 46% è favorevole. Ancora le risposte sono poche, poco più di 5.000, e il sondaggio è aperto quindi si può ancora votare per esprimere il proprio parere sugli Ogm.

Nel frattempo il Ministro Zaia ha già dato la sua risposta sugli Ogm, così come le maggiori associazioni di categoria dell’agricoltura e alcune formazioni politiche. Per votare seguite questo link.

sabato 6 marzo 2010

La Regione Campania pubblica il 'monitore fitosanitario'


Un'analisi delle problematiche fitosanitarie della regione, elaborata dal Laboratorio fitopatologico

Nel campo della consulenza fitosanitaria nell'anno 2009 sono emerse alcune problematiche particolarmente rilevanti in vari settori.

A causa dell'andamento climatico, piuttosto piovoso nel periodo invernale e primaverile, c'è stata una recrudescenza, rispetto agli anni precedenti, di attacchi fungini del tipo ficomiceti su diverse specie vegetali. In particolare danni maggiori si sono avuti su castagno , sulle palme e sui frutti di limone. Sono stati rinvenuti dei focolai di infezione nei castagneti del salernitano a San Cipriano Picentino, nel napoletano su Monte Faito e nel casertano. Rispetto ai dati dei monitoraggi realizzati attraverso il programma operativo multiregionale P.O.M. la malattia risulterebbe espandersi in nuovi areali.

Da alcuni anni si assiste ad un incremento dei danni sulle coltivazioni orticole e floricole provocati da nematodi, probabilmente dovuto all'eccessivo sfruttamento del terreno, alla monocoltura e/o alla minore possibilità di utilizzare prodotti fitosanitari a grosso impatto ambientale. Le aziende della Piana del Sele che seguono i piani agro-ambientali e quindi utilizzano i disciplinari di lotta integrata, hanno richiesto al Laboratorio fitopatologico la consulenza relativa a specifiche indagini per la ricerca nei loro terreni di nematodi fitoparassiti, in quanto le loro coltivazioni ortive, negli ultimi anni, hanno risentito dei danni causati da questi parassiti. I risultati ottenuti hanno evidenziato una situazione preoccupante poiché su 62 aziende analizzate ben 52 (circa il 90%) erano interessate a problemi di Meloidogyne sp. con una carica nematica, calcolata su 100 grammi di terreno, variabile tra 1 a 300 con una valore medio di 34, anche se si è verificato un caso in cui l'attacco era talmente forte da trovare 2700 larve in 100 grammi di terreno. Laddove è stato possibile, per la presenza nei campioni di terreno anche di porzioni di radici, si potuto individuare la specie, che risulta essere M. arenaria.

Nell'ambito del progetto di Ricerca Interregionale "Il mal dell'esca della vite: interventi di ricerca e sperimentazione per il contenimento della malattia" avviato già dal 2004, si sono annualmente realizzati monitoraggi sulla coltura. Tale progetto è nato dalla necessità di frenare i responsabili di questa patologia, che ha sempre apportato grossi danni nei comparto viticolo del nord e centro Italia. Dai dati emersi nel territorio campano, mentre negli anni scorsi il complesso dell'esca era presente in modo sporadico, negli ultimi anni si sta evidenziando un forte incremento in particolare delle "venature brune delle barbatelle"; pertanto si ritiene necessario controllare il materiale di propagazione che deve essere sempre sano e certificato.

In alcune specie forestali infine si verifica una progressiva perdita delle piante a causa di una cattiva gestione del loro habitat. In diverse occasioni sono arrivate richieste di diagnosi per alcune pinete a Napoli, presso l'Ospedale Cardarelli e presso la Mostra d'Oltremare in cui si lamentava il deperimento di gruppi di piante nell'arco di breve tempo. In entrambi i casi si metteva in evidenza il fatto che queste piante non si trovavano in condizioni ambientali e colturali ottimali per la loro vita, per la mancanza di terreno sufficiente o perché poco arieggiate. Altre zone interessate, già da diversi anni sono il parco del Vesuvio nel comune di Trecase, Anacapri, Mondragone e Castelvolturno. Dalle analisi effettuate si è dimostrata la presenza massiccia di parassiti coleotteri corticicoli

giovedì 4 marzo 2010

L’Ue dice “sì” alla coltivazione di patate Ogm


Via libera della Commissione Ue alla coltura in Europa della patata transgenica Amflora e a tre nuove varietà di mais. Destinati all’alimentazione degli animali


La Commissione europea ha deciso, oggi a Bruxelles, con procedura scritta, l’autorizzazione alla coltivazione della patata geneticamente modificata Amflora, prodotta dalla multinazionale Bayer. La decisione mette fine all’embargo sulle nuove colture Ogm, che resisteva nell’Ue dall’ottobre del 1998.

La controversia: resiste a un antibiotico
La patata Amflora, modificata in modo da avere un maggior contenuto di amido, è stata a lungo al centro di una controversia fra l’Efsa (autorità Ue di sicurezza alimentare), con sede a Parma, che ha dato il suo via libera “tecnico”, e le due autorità sanitarie, europea e mondiale, l’Emea (agenzia Ue del farmaco) e l’Oms. La controversia riguardava la presenza, nell’Ogm, di un gene che conferisce la resistenza a un antibiotico importante per la salute umana. L’Efsa ha dato il suo via libera nonostante il fatto che la direttiva Ue 2001/18, relativa al rilascio deliberato di Ogm nell’ambiente, proibisca espressamente l’autorizzazione per gli Ogm contenenti geni di resistenza ad antibiotici importanti per la salute umana.
Le norme Ue, tuttavia, danno all’Esecutivo comunitario il potere di assumere da solo la decisione sull’autorizzazione, se non si esprime contro almeno la maggioranza qualificata degli Stati membri. Dopo che il precedente commissario all’Ambiente, Staros Dimas, aveva bloccato la proposta, il suo successore, il maltese John Dalli, ha creduto bene di marcare con questa decisione il suo primo atto pubblico, che spiegherà durante una conferenza stampa oggi a Bruxelles.

“Ok” anche per il mais Ogm
Oltre alla patata Amflora, che è stata autorizzata per la coltura e per l’alimentazione degli animali, sono state approvate anche altri tre nuove varietà di mais Ogm, tutte destinate all’importazione e la commercializzazione per l’alimentazione degli animali