domenica 23 maggio 2010

No etichetta per latte italiano. Gli allevatori:«provvedimento che ci affossa»



ABRUZZO. La commissione Europea il 29 marzo scorso ha bocciato l´etichettatura sul latte, made in Italy, un provvedimento che è passato sotto silenzio e che è stato pubblicato solo di recente sulla Gazzetta ufficiale.
«L´Italia è tenuta a non adottare l´articolo 2, 3 ... per quanto riguarda l´obbligo di indicare sull´etichetta il luogo di origine del latte: pastorizzato microfiltrato, pastorizzato ad elevata temperatura, UHT, microfiltrato a lunga conservazione, sterilizzato e dei prodotti lattiero-caseari».
In queste poche righe pubblicate sulla Gazzetta ufficiale dell´Unione Europea il 22 aprile 2010, la Commissione di Bruxelles boccia la proposta dell´ex ministro Zaia del 25 agosto 2009.Il testo proponeva di indicare l´origine sulle confezioni di latte, e la provenienza del latte utilizzato per formaggi, latticini e cagliate. Dunque l´Europa chiede «alle autorità italiane di non adottare le disposizioni in questione previste dal progetto di decreto».
«Una cosa gravissima che seguita ancora ad affossare l´economia zootecnica», commenta Dino Rossi del Cospa Abruzzo, «dovuto al fatto che il latte seguita ad arrivare dai paesi dell´est Europa, per poi essere confezionato in Italia dai grandi gruppi industriali per la grande distribuzione. Viene poi messo sul mercato e venduto come latte italiano traendo in inganno i consumatori».
«Quello che non si capisce», aggiunge Rossi, «è come mai invece è passato il panino McItaly? Un panino che di italiano non ha nemmeno il nome, è evidente che quando c´è la volontà politica tutto diventa lecito. Una cosa vergognosa è quello di nasconderci sempre dietro le direttive europee per favorire qualche meccanismo legato ai poteri forti».
Secondo l´associazione di allevatori questa decisione porterà conseguenze negative per chi commercia il latte nostrano (di solito piccole realtà) e si deve scontrare contro colossi industriali che sarebbero persino favoriti da provvedimenti come quello di cui si parla che genera una sorta di inquinamento del mercato e della concorrenza.
Un provvedimento peraltro che va in controtendenza rispetto ad alcuni già in vigore che prevedono l´obbligo di etichettatura per alcuni prodotti per tracciarne la filiera e la provenienza ed assolvere ad un obbligo di informazione dei consumatori.
Non per il latte.

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