mercoledì 29 dicembre 2010

Pastori Sardi caricati di nuovo dalla polizia

Nella mattinata di ieri,28/12/2010,una delegazione di 300 membri del MPS (movimento pastori sardi) è stata caricata dalla polizia in quel di Civitavecchia.
La delegazione cercava di raggiungere Roma per tenere una manifestazione ma sulla banchina del porto ha trovato ad accoglierla una nutrita schiera di poliziotti in assetto antisommossa.

Sulla vicenda riportiamo le parole di Giuseppe Onorato,delegato di Forza Nuova, che ha incontrato la delegazione del movimento sardo:
«Veniamo a darvi la nostra massima solidarietà per la repressione subita da parte dello Stato». Queste sono state le parole di Onorato che ha incontrato nel primo pomeriggio i responsabili del Movimento Pastori Sardi.
«Gli oltre trecento pastori sardi che hanno abbandonato il loro posto di lavoro e pagato di tasca propria le spese per la traversata Sardegna-Civitavecchia, con tanto di noleggio pullman (sequestrati dalla polizia), sono stati prima segregati nella zona sbarco e poi caricati dalla polizia. Trattati come criminali pericolosi. Esprimiamo solidarietà a tutti i pastori sardi che oggi hanno subito questa repressione, ma soprattutto Forza Nuova ha già offerto al Movimento Pastori Sardi il proprio appoggio incondizionato per le future iniziative di protesta, per accendere un riflettore sulla loro situazione.»
«Oggi lo Stato italiano deve, di arretrati, ben 9.000.000.000€ alla regione Sardegna, sappiamo benissimo che una somma del genere farebbe rinascere l’ economia sarda oggi messa a dura prova, dalla crisi economica e dalla malagestione dei politici odierni. Inoltre il Movimento Pastori Sardo si trova in piena sintonia con le idee di Forza Nuova riguardo i dazi economici da mettere ai prodotti agricoli e alimentari che vengono dall’estero e circa la defiscalizzazione e tutela  dei prodotti di italiani.»
Riportiamo infine il contenuto di un volantino di MPS rivolto agli automobilisti romani:

Cittadini e Automobilisti,
chiediamo scusa per il disagio che Vi stiamo arrecando. Ma siamo costretti a scendere in piazza, perché la pastorizia vive da anni una situazione insostenibile, che rischia di far scomparire dal processo produttivo un settore che occupa decine di migliaia di persone.
La politica regionale, nazionale ed europea non si preoccupa dei nostri problemi e per questo oggi siamo qui a manifestare a Roma perché riteniamo che sia importante portarvi a conoscenza del nostro dramma e per chiedere la Vostra piena solidarietà. Ormai tutto quello che viene prodotto dalla terra non ha nessun valore, siano essi beni di natura animale o vegetale anche se si tratta di prodotti indispensabili per la Vostra esistenza. E il consumatore paga tutto più caro.
Da oltre 20 anni ci hanno imposto di investire per adempiere a tutte quelle normative che l’Unione Europea imponeva, mentre lo stato e la Regione non hanno adottato misure per tutelare le nostre produzioni in sede europea, accettando, senza mai contestare, miseri contributi in cambio della rinunzia alla produzione.
Tutti gli sforzi e i sacrifici che agricoltori e allevatori hanno fatto con i loro investimenti sono stati vani ed anzi hanno causato disagi economici e in molti casi il fallimento delle aziende.
Attorno ai pastori e agricoltori si e sviluppata una burocrazia parassitaria che tutto consuma e niente produce, divorando montagne di soldi pubblici spesi solo per alimentare il loro famelico mantenimento. Una burocrazia mostruosa che a niente serve e niente produce. Tutto in nome di pastori e agricoltori che sono stati presentati all’opinione pubblica come costosi assistiti.
I pastori e gli agricoltori sono le vere vittime di una politica ignava e cialtrona che tutto fa all’infuori di creare sviluppo.
Per questo oggi siamo qui a manifestare nostro malgrado creando purtroppo disagio a persone che non hanno niente contro di noi e nessuna colpa della nostra drammatica situazione.
Per tutto questo chiediamo scusa e la Vostra comprensione per ciò che facciamo, nella speranza che decine di migliaia di famiglie di pastori e di agricoltori non finiscano sul lastrico, mettendo in ginocchio una parte importante dell’economia e della tutela dell’ambiente.
Per questo chiediamo la Vostra solidarietà alla nostra lotta. Che è anche Vostra.

 

venerdì 24 dicembre 2010

Con la speranza che la pace si diffonda nel mondo,la redazione augura a tutti un sereno e Santo Natale.

mercoledì 22 dicembre 2010

Treviso: Forza Nuova regala pasta di produzione italiana

Venerdì 24 dicembre, durante tutta la mattinata, i militanti di Forza Nuova daranno vita alla seconda edizione dell’iniziativa : “dacci oggi il nostro pane quotidiano”. Dopo i 10 quintali di pane distribuiti nel 2009, verranno consegnati a titolo totalmente gratuito circa 200kg di Pasta di produzione locale. I destinatari dell’iniziativa, sono i cittadini italiani che versano in condizioni di disagio economico, con particolare attenzione agli anziani e alle famiglie numerose. Le piazze scelte non sono quelle del “salotto cittadino”, ma i quartieri limitrofi al centro: S. GIUSEPPE; S. BONA NUOVA; SANTA MARIA DEL SILE; S. MARIA DEL ROVERE. L’iniziativa è un segnale concreto che vogliamo contrapporre alle vuote chiacchiere ed ai tristi teatrini della politica odierna: servono atti pratici e diretti alle fasce deboli della popolazione, che non solo permettano di arrivare a fine mese, ma che trasmettano il messaggio che la politica può e deve essere vicina ai cittadini. Tutta la pasta che verrà distribuita è rigorosamente di produzione italiana e acquistata completamente con risorse dei nostri militanti. A chi ci accusa di discriminare gli extracomunitari in quanto l’iniziativa si rivolge esclusivamente ai connazionali noi rispondiamo che sono già troppe le istituzioni e le associazioni che si preoccupano degli stranieri dimenticandosi degli italiani; noi preferiamo utilizzare le nostre risorse per gli anziani che hanno costruito il nostro presente, e per le famiglie che rappresentano il nostro futuro.

giovedì 16 dicembre 2010

Vivisezione e multinazionali. FN: interessi giganteschi dietro una pratica inutile

Angela Spadafora, vice coordinatore regionale di Forza Nuova per il Piemonte, afferma: ”L’entrata in vigore il 9 novembre della Direttiva Europea sulla vivisezione ha decretato la vittoria degli interessi delle multinazionali del farmaco, nonché di tutti i gruppi di potere che dalla vivisezione traggono profitto, sul progresso della civiltà umana! Il fatto che degli esseri senzienti possano essere sottoposti ad esperimenti ripetuti anche senza anestesia o costretti all’isolamento totale o al nuoto forzato fino alla morte per testarne la resistenza non devono indignare solo i c.d. “animalisti”, ma qualunque persona dotata di un briciolo di buon senso! Questa Direttiva segna non solo un regresso culturale, ma anche scientifico, data la comprovata inutilità e pericolosità per la salute umana della sperimentazione sugli animali! Ogni anno muoiono per l'assunzione di farmaci preventivamente testati "con successo" sugli animali circa 200.000 persone! La vivisezione consente, infatti, l'immissione sul mercato di farmaci che producono effetti collaterali talmente gravi da costituire la "quarta causa di morte" nei Paesi industrializzati! Solo in Italia, in 11 anni, sono stati ritirati (perchè "inidonei" o "pericolosi") oltre 25.000 prodotti farmaceutici la cui validità era stata garantita dalla sperimentazione sugli animali! E ciò perché gli animali, dal momento che vi sono tra questi ultimi e l’uomo enormi differenze anatomiche, organiche, biologiche, metaboliche, istologiche, genetiche e psichiche, non possono rappresentare un modello sperimentale valido ed attendibile per le applicazioni umane. Alla sperimentazione sull’animale deve, infatti, seguire, necessariamente, quella sull’uomo, e questa porta a scartare (non commercializzare) ben il 90% dei farmaci sperimentati sugli animali! Solo le multinazionali farmaceutiche, chimiche, cosmetiche e quelle dedite all’allevamento ed alla vendita di animali per la sperimentazione, nonché schiere di ricercatori carrieristi e privi di scrupoli, possono, quindi, trarre vantaggio da una direttiva sulla vivisezione che non riconosce tale pratica come obsoleta ed inattendibile, che non prevede l’obbligo di usare tutti i metodi alternativi già esistenti, che non incentiva, fattivamente, la ricerca di nuovi metodi alternativi, sicuramente più economici e validi della sperimentazione su animali. La Comunità Europea continua a curare soltanto gli interessi dei potenti. Ma colpevoli non sono solo i potenti ed i loro servi, ma anche tutti quei cittadini che continuano a scegliersi come propri rappresentanti persone indegne. Ora sarà possibile rimediare a questo scempio solo rimettendo mano alla Direttiva con lo strumento della petizione, in dirittura d’ arrivo al Parlamento Europeo, ma è chiaro che per conseguire il risultato auspicato occorrerà un impegno costante nella divulgazione della questione”. Forza Nuova chiama a raccolta tutti coloro - associazioni e privati - che condividono la sua posizione per organizzare campagne d’informazione. Chi vuole sostenere con noi questa battaglia ci contatti all’indirizzo piemonte@forzanuova.org  oppure invii un sms al cellulare 3289736586.
Ufficio Stampa Forza Nuova Piemonte Via Matilde Serao,11Torino 328/9736586 Sito Nazionale: http://www.forzanuova.org

sabato 11 dicembre 2010

presentato un piano d’azione per la salvaguardia delle api mellifere

La Commissione Europea ha presentato un piano d’azione per la salvaguardia delle api mellifere. La questione era già stato sollevata dal Parlmento Europeo alla fine del mese scorso rilevandone gli aspetti di urgenza e improcrastinabilità.
E’ un dato certo, infatti, il costante - a partire dal 2006 - aumento della mortalità di questa specie segnalata in moltissimi Paesi senza che, tuttavia, sia stata fatta luce sulle cause e la reale ampiezza del fenomeno. Sul banco degli imputati, certamente, stazionano in primis il cambiamento climatico e l’uso dei pesticidi che, da più parti, hanno mostrato, senza margine di dubbio alcuno, la loro pericolosità soprattutto per gli insetti e gli anfibi. Notoriamente, la sopravvivenza delle api è un dato fondamentale e di vasta portata tanto da investire l’intero settore agricolo europeo a causa della funzione prioritaria di queste sul processo di impollinazione degli alberi da frutto. Non solo una questione limitata e circoscritta alla produzione di miele, propoli e pappa reale, quindi. Ma c’è molto di più in gioco e interessi per milioni di euro…
Il documento messo a punto dalla Commissione Europea si configura come un piano d’azione per la salvaguardia dell’ Apis mellifera e, pur non avendo ancora lo status di documento “normativo” costituirà presto la base di discussione con il Parlamento europeo, il Consiglio, le autorità competenti all’interno dei singoli stati membri e tutti gli attori della filiera apicola per prendere decisioni vincolanti in tal senso.Tra le iniziative prese in considerazione nel testo ricordiamo: la designazione di un laboratorio di riferimento nell’Unione per la salute delle api; un programma pilota di sorveglianza e monitoraggio sul territorio per controllare l’ampiezza della mortalità degli insetti, l’approntamento di un quadro normativo univoco per la salvaguardia della specie e più marcati controlli sull’uso di pesticidi che dovessero rivelarsi effettivamente nocivi oltre ad un accresciuto contributo dell’UE per il finanziamento dei programmi apicoli nazionali (+25% per il 2011-2013).
Fonte:| EUobserver
           Ecoblog 

giovedì 2 dicembre 2010

... E ANCORA MONNEZZA!



Continua l'emergenza rifiuti in Campania ed il sindaco di Napoli,Rosa Russo Iervolino, spinge affinchè le province di Avellino e Benevento si adoperino per ospitare i rifiuti prodotti dalla popolazione partenopea.
Secondo La Iervolino queste due province dovrebbero farsi carico della "monnezza" Napoletana poichè la città capoluogo da sola non riesce a far fronte allo smaltimento, in quanto possiede il 50% della popolazione regionale ma solo l'8% del territorio.
Noi di Lega della terra riteniamo che la Iervolino si sia dimostrata incapace di far fronte al problema rifiuti non prendendo nemmeno in considerazione l'idea di attuare una politica volta a diminuirne la produzione e a far partire la raccolta differenziata.
Passano gli anni,cambiano le amministrazioni ed i governi,ma l'emergenza rifiuti a Napoli non viene risolta e questo è inaccetabile, sopratutto se consideriamo quanto denaro pubblico è stato speso per queste emergenze!
Questo è il momento di dire basta all'arroganza di questi amministratori che nel migliore dei casi si dimostrano incapaci di gestire la cosa pubblica, e nel peggiore collusi col malaffare!
Inutile ribadire che il nostro movimento non lascierà nulla di intentato per evitare che le nostre amate terre vengano trasformate in immondezzai,ci mobiliteremo per la salvaguardia del nostro territorio e del diritto alla salute!
Riportiamo di seguito una nota di Andrea Caporaso,coordinatore provinciale di Forza Nuova Benevento,che vuole essere un appello sia per la Iervolino che per il presidente Caldoro a risolvere il problema a monte,facendo partire la raccolta differenziata.

"Si ripresenta, ancora una volta, il mai sopito né risolto problema della spazzatura campana e questa volta a riportarlo in auge è la "sindachessa partenopea", che con impavida faccia tosta afferma: Napoli non può gestire da sola la produzione dei propri rifiuti, incredibile, sarebbe come dire: "Visto che a casa produco troppa immondizia e ho poco spazio, gran parte la sverso dal mio vicino perché ha un bel campo spazioso ed incontaminato".
Tutto questo come se la soluzione definitiva del "problema monnezza" in Campania, sia dove diavolo interrare le migliaia di tonnellate di spazzatura prodotte a Napoli e non, invece, far di tutto per produrne poca, attuando una differenziata intensiva.
Ancora una volta, il principio sacrosanto della solidarietà nazionale, viene usato strumentalmente a scapito di territori già in passato umiliati e mortificati dalla finzione dell’interesse nazionale.
E' intangibile che il nostro territorio ha come unica via di salvezza economica la purezza dei suoli, ma purtroppo, dopo questi continui stupri, ogni via di rinascita si allontana.
Vista cotanta ingegnosità politica, dobbiamo dedurre che nel beneventano non bastano le mega discariche di Sant'Arcangelo Trimonte e di Montesarchio, che inquinano, contaminano ed infettano gran parte del nostro Sannio, ma quale coronamento dell'edificio "di monnezza", vogliono addirittura ampliare le già ingombranti e puzzolente montagne di spazzatura già esistenti.
La risposta del popolo sannita deve essere una, chiara e netta: Abbiamo già dato!
L'Amministrazione comunale partenopea e la Regione Campania, se veramente hanno a cuore la risoluzione del problema, devono obbligarsi in prima persona a ridurre i cumuli di spazzatura prodotta là dove questi sono effettivamente abnormi e devono evitare di prendere costantemente in giro la gente campana disinformandoli e mentendo, quando definiscono che la discarica è l'unica vera risoluzione del problema!
Nei quartieri di Napoli, dove sono presenti cumuli enormi di spazzatura, ripetiamo, il problema non è solo togliere quelli già presenti dalla strada, ma evitare che domani altri di pari dimensioni se ne formino, e l'unica via per far ciò e la tanto odiata raccolta differenziata!
E non ci vengano a dire, come sono soliti fare, che la differenziata costa, perché come si vede, grava molto di più in bilancio, questa finta e continua emergenza, che ha ingrassato, ingrassa ed ingrasserà soltanto gli amministratori corrotti e le mafie!
Quindi, caro sindaco Iervolino e caro governatore Caldoro, rimboccatevi le maniche e risolvete il problema, non certo però pensando di militarizzare le discariche esistenti o creandone di nuove, ma avviando caparbiamente la raccolta differenziata, che è l'unico vero strumento, utile per ridurre immediatamente le quantità enormi di spazzatura! Pertanto vi preghiamo, onde evitare di farci "civilmente incavolare", di non continuare ad inquinare e avvelenare la nostra terra, dove viviamo e vorremmo che i nostri figli vivano sanamente".

giovedì 25 novembre 2010

Come “sollevare” la crisi della pastorizia

documento di: MPS (movimento pastori sardi)

Si profila l’ennesima beffa a danno degli allevatori e di chi in genere lavora e trae sostentamento dalle attività agricole, questo grazie all’imminente pubblicazione della nuova legge sull’agricoltura, la n° 186/2010 che come dice il nostro governatore” aprirà una nuova fase”. Per chi?

Non voglio entrare nel merito ed analizzare i vari articoli che compongono il testo , ma soffermarmi su uno di questi , non per giudicare il suo contenuto, essendo la proposta apprezzabile e meritoria di attenzione, ma per sottolineare come per l’ennesima volta il mondo delle campagne sia chiamato a fare sacrifici sulla propria pelle a vantaggio della collettività ed in particolar modo alle società che vendono impianti fotovoltaici. Questo grazie all’art 12 della suddetta legge in cui si dice “è consentita l’installazione all’interno delle aziende agricole, su strutture appositamente realizzate, nelle aree immediatamente prospicienti le strutture al servizio delle attività produttive, di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili aventi potenza fino a 200 KW da parte degli imprenditori agricoli. Per tali operazioni gli allevatori saranno garantiti presso le banche a cui si richiederà il mutuo, da un fondo istituito presso la SFIRS (la banca regionale) che per il 2010 avrà una dotazione finanziaria di 1.000.000,00 di euro e di 2.000.000 per ciascuno degli anni dell triennio successivo.

I fornitori degli impianti Fv hanno e stanno svolgendo riunioni , prendono adesioni, e battono gli ovili uno per uno, attraverso loro rappresentanti , assoldati per l’occasione, dietro lauta provvigione per la segnalazione, per esaltare il vantaggio economico che tale legge apporterà nelle campagne e soprattutto nelle tasche dell’allevatore, il quale, vista la grave crisi del settore, altro non può fare se non credere nell’iniziativa di chi gli propone un guadagno di € 20.000/anno diventando produttore energetico a “costo zero senza dover mettere dei soldi di tasca. Non sembra vero! Si dà la possibilità di guadagnare 20.000 euro e sarebbe da stupidi non approfittarne di cotanta offerta!

Ed è proprio questa la leva sulla quale puntano questi venditori, approfittano delle disposizione dell’art. su citato per convincere l’allevatore di turno ad accendere l’ennesimo mutuo bancario , tanto, come dice il succitato art 12 ci sarà l’avallo della SFIRS (la banca Regionale) che garantirà presso l’istituto di credito, il soggetto richiedente, già carico di debiti.

Quindi si tratta di farsi carico di un’ulteriore mutuo con tutti gli oneri che quest’ultimo comporta, (notaio, ipoteca, diritto di superficie ect) si propone l’installazione (minimo!) di un impianto da 50KWp per la modica cifra di € 200.000,00 (duecentomila), con un ritorno economico, a detta del proponente di turno, di € 20.000 l’anno derivanti dal contributo del “conto energia”, dalla vendita dell’energia prodotta e da quella risparmiata in azienda.

Siamo purtroppo all’ennesimo saccheggio del mondo delle campagne con promesse e vantaggi derivanti dal diventare produttore multifunzionale. Se si entra nel dettaglio dei proclami e si fanno due conti molto sommari ci si accorge che il vantaggio economico è molto diverso da quello promesso e fatto credere . Un impianto di 50kwp produce all’anno circa 70.000kw/h, il premio del conto energia è di € 25.060/anno ,(70.000x 0.358) a cui si aggiungono € 6.300 per la vendita dell’energia prodotta( 70.000x 0.09) e di € 1.500,00 per quella risparmiata nella bolletta attuale per un totale di ricavi di € 32.860.

Per la produzione di tale reddito le spese sono così composte:

Per un mutuo di € 200.000,00 si restituiscono alla banca circa € 272.000,00 (72.000 € di interessi, al tasso del 6.5% con ammortamento in 10 anni) con una rata mensile di € 2.271 che corrispondono ad € 27.252 su base annua a cui si somma il costo dell’assicurazione sull’impianto di € 1.000,00/anno e quello di manutenzione di € 500 per un totale di costi pari ad € 28752.

La differenza tra ricavi e costi per l’allevatore sono in positivo di ben 4.108 euro sino a che non termina il periodo di ammortamento. Dove sono i 20.000,00 € tanto propagandati e con certezza garantiti?

Il guadagno vero è proprio sta nelle tasche di chi promette questi lauti ricavi; ma quanto costa realmente un impianto di tale portata? se si fa un giro su internet ci si accorge che per l’acquisto di ottimi pannelli per un impianto di 50 KWp si spendono circa 95.000 € (www.shoppingenergy.it) € 7.500 per l’acquisto di tre inverter ulteriori 14.000,00 per la posa in opera compreso il materiale ed € 4.000,00 per la predisposizione del progetto e pratica amministrativa pressi il GSE con un costo totale reale 120.500 € e gli altri 79.500 euro? Provate ad indovinare chi si mette in tasca un terzo dell’investimento?

Anche in questa occasione la categoria dei pastori e degli allevatori diventeranno il traino (a loro discapito) della ripresa dell’asfittica economia isolana contribuendo ad arricchire le banche e le società che vendono prodotti fotovoltaici.

Rino Cidda -Tecnico agricolo

martedì 23 novembre 2010

23 novembre 1980

Ricordiamo oggi le vittime del terremoto che sconvolse l'irpinia nel giorno di domenica 23 Novembre 1980 alle ore 19:34.

Che il ricordo ci renda vigili.


DURATA : 90 secondi
MAGNITUDO : 6,9° scala richter, circa 10° scala mercalli
SFOLLATI : 280.000
FERITI : 8848
MORTI : 2914






da Wikipedia:

Di ritorno dall'Irpinia, in un discorso in tv rivolto agli italiani, Pertini denunciò con forza il ritardo e le inadempienze dei soccorsi, che arriveranno in tutte le zone colpite solo dopo cinque giorni. Le dure parole del presidente della Repubblica causano l'immediata rimozione del prefetto di Avellino Attilio Lobefalo, e le dimissioni del Ministro dell'Interno Virginio Rognoni.
"  Non vi sono stati i soccorsi immediati che avrebbero dovuto esserci. Ancora dalle macerie si levavano gemiti, grida di disperazione di sepolti vivi"

mercoledì 17 novembre 2010

Cina, latte alla melammina: due anni e mezzo di carcere al padre che denunciò lo scandalo

 estratto da:www.ecoblog.it

"Due anni fa scoppiò lo scandalo del latte alla melammina in Cina. Da allora sono state intossicate circa 300 mila persone e ci sono state proteste enormi in mezzo mondo. Adesso è arrivata la notizia che Zhao Lianhai, padre di uno dei bambini intossicati dalla melammina, è stato condannato a due anni e mezzo di carcere.
L’uomo, arrestato nel novembre del 2009, al processo è stato ritenuto colpevole di aver organizzato un incontro con i genitori delle vittime, di aver protestato davanti a un tribunale e a una fattoria e di aver rilasciato interviste in cui accusava le autorità di essere complici delle aziende.
La melammina, per chi non lo ricordasse, è un pericoloso additivo chimico che è stato aggiunto nel latte per falsare i risultati di laboratorio sul tenore proteico. In pratica è quasi una resina che con il latte non ha nulla a che fare. I primi casi di frodi alimentari alla melammina si registrarono nel 2005 negli Stati Uniti ma fu nel 2008 che il mondo scoprì questa sostanza in seguito ad una falsificazione gigantesca messa in atto da aziende cinesi.
La melammina fu trovata anche nella carne, nello yogurt e nelle uova. Anche in Italia arrivarono partite di cibo alla melammina, creando allarme sociale e timori soprattutto per la salute dei bambini."

la nostra opinione
Che questo ci sia da monito per evitare che in futuro simili accadimenti si registrino anche in Europa.
Sarebbe opportuno a questo punto, rendersi conto che con Paesi dediti ad adottare politiche del genere, non c'è possibilità di dialogo o di scambi commerciali o culturali che siano.
La Lega della Terra ribadisce la necessità di preferire i prodotti Italiani al fine di sostenere l'economia nazionale attraverso le Nostre aziende, i Nostri lavoratori e la Nostra cultura!

giovedì 11 novembre 2010

L'Italia che può e l'Italia che deve...


Cominciamo col dire che siamo tutti vicini alle popolazioni Venete colpite dall'alluvione.
Precisiamo che siamo tutti d'accordo sulla necessità di intervenire, anche economicamente,per ripristinare aziende e territorio,è giusto che sia così.
Meno giusto invece è l'atteggiamento del Sig. Zaia,ex ministro di questa Repubblica ed attuale governatore del Veneto che ai microfoni di radio 1,alla richiesta di spiegazioni riguardo presunti scontri avvenuti durante il sopralluogo nelle zone alluvionate cui ha partecipato anche il presidente del consiglio ha ribattuto:
"Non è vero che siamo stati contestati,a manifestare erano alcuni esponenti dei centri sociali a puro scopo di strumentalizzazione,non ci sono stati scontri,NOI VENETI NON SIAMO COME I NAPOLETANI CHE ATTACCANO I CAMION DELLA SPAZZATURA"

Alla domanda su quanto siano vere le voci che vedono i Veneti pronti a non pagare le tasse nel caso in cui il Governo non provveda a stanziare dei fondi per l'occasione,il Governatore risponde:
"Io sono prima di tutto un Veneto e per me vengono prima di tutto i Veneti,quindi,mi sembra chiaro che in mancanza di un rapido riscontro da parte del Governo le tasse del Veneto rimarranno in Veneto,non saranno inviate a Roma"

L'intervista prosegue con l'accusa alla stampa nazionale di aver taciuto la notizia nei primissimi giorni dall'accaduto ricamando su un vittimismo del quale non si sentiva proprio il bisogno.
Ha piovuto in tutta L'Italia non solo in Veneto.
Altre realtà aziendali sono state gravemente danneggiate dalle forti piogge, ad esempio nel Salernitano,a Capaccio,(zona a forte insediamento agricolo) le colture sono state completamente distrutte ma nessuno ne parla, e nessuno ne ha parlato neanche questa primavera quando un'altra ondata di pioggia e forte vento si è abbattuta su questa zona provocando ingenti danni.
Inoltre per queste terre dimenticate del Sud nessuno ha stanziato niente e le tasse sono state pagate lo stesso...
Per quanto concerne il paragone che il Governatore ha fatto con i Napoletani non c'è molto da dire se non che manifestare per chiedere soldi non lo si può accomunare al manifestare per il proprio diritto alla salute.
Queste affermazioni poi,mettono in luce la vera natura di questo personaggio secessionista (quando gli conviene) e razzista.
Alla fine l'attacco del Governatore ha avuto successo ed ha ottenuto uno stanziamento di 300 milioni di Euro...(e a breve ci sarà da votare la fiducia al Governo...)
Speriamo che questa volta li usino per sistemare davvero il territorio e che la smettano di costruire dove proprio non si può...(suvvia Governatore, neanche al Sud si costruisce sui fiumi e proprio voi,che subite un allagamento ogni volta che piove per più di due giorni commettete ancora di questi "errori"?)
In conclusione quello che emerge da situazioni come questa è che esistono due Nazioni Italia,una che può alzare la voce per ottenere quello che vuole ed un'altra che deve supinamente subire...

martedì 9 novembre 2010

La burocrazia ci costa 70 miliardi l’anno...






Prendono dalle nostre tasche una cifra pari al 4,6 per cento del Pil nazionale




Gli oneri amministrativi a carico delle imprese, dei cittadini e dello Stato hanno un’incidenza sul Pil italiano del 4,6%, che equivale ad un costo annuo per il nostro sistema Paese pari a circa 70 miliardi di euro (precisamente 69,96 miliardi). È il principale risultato emerso da un’analisi condotta dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre sui costi sostenuti dalle imprese (pubbliche e private) e dai cittadini italiani per “districarsi” tra certificati, timbri, comunicazioni, richieste di pareri ed autorizzazioni varie.
Anche nel resto d’Europa le cose non vanno meglio. Tra i 25 Paesi dell’Ue, il peso complessivo della burocrazia si aggira sui 407,2 miliardi, con punte massime sul Pil che toccano il 6,8% in Grecia ed Ungheria e il 5% in Polonia. In termini pro capite, invece, su ogni cittadino italiano grava un costo annuo pari a 1.165 euro. A fronte di una media europea pari a 866,2 euro, solo l’Austria, con 1.510,3 euro, la Grecia, con 1.407,3 euro e l’Olanda, con 1.283,7 euro, presentano dei costi amministrativi superiori ai nostri.
«Da questa analisi - commenta Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia di Mestre - oltre al peso che grava sulle imprese private e i cittadini, siamo stati in grado di includere anche gli effetti che la burocrazia impone alle aziende e alle amministrazioni pubbliche. Insomma, anche lo Stato è vittima del fuoco amico: è chiamato a far rispettare le disposizioni, ma anche ad applicare in prima persona tutte quelle norme, quelle procedure, quelle comunicazioni che in maniera spesso cervellotica e maldestra il legislatore continua ad imporre al sistema Paese drenando risorse e potenzialità che potrebbero essere investite per aggredire la crisi economica».
Alla Cgia ricordano poi che da un punto di vista legislativo con il “Taglia oneri amministrativi” è stata prevista la riduzione dei costi burocratici di tutte le materie di competenza statale, con l’obbiettivo di giungere, entro il 2012, come stabilito in sede comunitaria, alla riduzione del 25% dei costi amministrativi che gravano sulle imprese. «Se questa riduzione dei costi sarà rispettata - conclude Bortolussi - stimiamo un alleggerimento del carico burocratico sulle imprese pari a circa 18 mld di euro l’anno. In pratica, oltre un punto percentuale di Pil potrà essere investito per produrre ricchezza e combattere efficacemente le difficoltà economiche che ancora oggi attanagliano il Paese».
Dunque, le inefficienze della burocrazia ostacolano la ricerca economica, drenano risorse pubbliche e private, frenano gli investimenti. Eccesso di burocrazia, tempi lunghi di attesa e difficoltà a reperire le necessarie informazioni: ecco quello che, infatti, caratterizza il rapporto tra le imprese e la P.A. nel nostro Paese.
L’Italia è al 75° posto tra 183 Paesi per quanto riguarda l’avvio di un’attività d’impresa, mentre gli Stati Uniti sono all’8°, il Regno Unito al 16°, e la Francia al 22°. Germania e Spagna sono invece posizionate peggio di noi (rispettivamente all’84° e 146° posto). Non parliamo poi degli adempimenti fiscali, da noi lunghi e complicati, tanto che, su questi, la Banca Mondiale fa precipitare l’Italia al 136° posto in classifica, contro la 16ma posizione del Regno Unito, la 59ma della Francia e la 61ma degli Stati Uniti. E anche Germania e Spagna risultano migliori di noi. Questi aspetti, insieme ad altri, fanno sì che l’Italia sia al 78mo posto in graduatoria su 183 Paesi per quanto riguarda il rapporto tra la P.A. e le imprese. L’inefficienza della burocrazia statale è anche al primo posto tra le cause di criticità del fare impresa in Italia.
Le amministrazioni pubbliche non solo sono più di 10mila e in gran parte di ridotte dimensioni, ma soprattutto sono scarsamente efficienti. La performance del settore pubblico in Italia è parti a un indice di 0,83 contro una media dell’Europa a 15 di 0,94.
Insomma, ora è necessario e urgente avviare un serio processo di riforma della Pubblica Amministrazione. A questo si deve accompagnare una decisa riduzione e razionalizzazione del numero degli enti e di strutture burocratiche. Necessario ripensare anche la conferenza dei servizi che deve servire a superare inerzie e comporre veti delle amministrazioni e non, come accade oggi, essere causa di rallentamento o paralisi.

fonte: linea quotidiano nazionalpopolare
anno XIII numero 245

lunedì 1 novembre 2010

DISCARICHE IN PARADISO

Terzigno

Sant'Arcangelo Trimonte


Si può trasformare un'angolo di Paradiso in una discarica?
Certo che si ma per grazia di Dio,a far si che non si commettano simili scempi a danno della nostra amata terra c'è il buonsenso.
Buonsenso che evidentemente a volte è mancato in alcune amministrazioni comunali che hanno destinato ad immondezzai i luoghi più belli che la natura ci abbia donato.
Prendiamo ad esempio due amministrazioni Campane su tutte:Terzigno (NA) e Sant'Arcangelo Trimonte (BN).
Terzigno è una località sita alle pendici del Vesuvio in cui si coltivano vitigni pregiati come l'aglianico,il Greco e la Palombina,inoltre si può fregiare dell'onore di dar vita ad uno dei più famosi vini del mondo: il lacryma christi.
"Dio riconoscendo nel Golfo di Napoli un lembo di cielo asportato da Lucifero, pianse e laddove caddero le lacrime divine sorse la vite del Lacryma Christi".
Marco Valerio Marziale diceva:"Haec iuga quam Nysae colles plus Bacchus amavit"
ossia:
"Bacco amò queste colline più delle native colline di Nisa" ...
...ma questa è gente antica,amante di antichi ideali e per la quale non c'è posto nel mondo moderno (ndr).
A Sant'Arcangelo Trimonte invece gli amministratori hanno pensato bene di ubicare una gigantesca discarica in un luogo in cui si producono gli oli extravergini di oliva "Colline Beneventane" e "Sannio Caudino Telesino" per i quali è stato richiesto il marchio DOP al ministero delle politiche agricole.
Evidentemente si ritiene che i percolati della discarica donino agli ulivi il giusto nutrimento per produrre un frutto superiore...
Non dimentichiamoci poi che l'area di produzione dell'Aglianico del Taburno è praticamente lì...
La Lega Della Terra a questo punto chiede a questi signori che amministrano i nostri territori se si rendono conto delle incongruenze con le quali quotidianamente si espongono al pubblico e dell'ovvia figura (triste) che ne deriva
Formalmente predicano l'importanza di uno stile di vita sano ma praticamente ci mettono sotto al naso l'immondizia di tutta la regione!
La risposta a questo punto è più che ovvia e si sintetizza in questi due punti per i quali il nostro movimento si batterà sempre al fine di donare un futuro migliore ai nostri figli :
  1. PROVINCIALIZZAZIONE DELLA GESTIONE DEI RIFIUTI
  2. OTTIMIZZAZIONE DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA




sabato 23 ottobre 2010

Io mi chiamo Andrea, ho 55 anni e sono un pastore sardo.



Io mi chiamo Andrea, ho 55 anni e sono un pastore sardo. Allevatore ovi-caprino per l'esattezza. Vivo a Mara con la mia famiglia, una moglie bellissima e tre figli, uno più vivace e disgraziato dell'altro. Ho un gregge di 85 pecore e ogni mattina mi sveglio alle cinque per pascolarle e sistemare l'ovile. La sera rientro tardi, in questo periodo, d'inverno, la luce ci abbandona prima e devo fare tutto di fretta, ma prima delle sette e mezza non metto piede in soggiorno. Il mio lavoro, comunque non mi abbandona mai, che sia domenica o che sia Natale o Capodanno, le bestie devono mangiare. Francamente la cosa non mi dispiace, rispetto i miei animali, mi permettono di sopravvivere e in qualche modo di tirare avanti. Spesso mi porto i miei figli, anche se il lavoro che faccio, a loro, poco interessa. Studiano tutti e il più grande fa medicina veterinaria a Roma, non lo vedo che saranno passati ormai tre mesi. Il medio è appena ventenne, dice che vuol fare il filosofo, spero si guadagni bene a fare il filosofo, per ora so solo che quando non legge o studia certi manuali, mattoni in carta, lo trovo davanti alla televisione che gioca alla playstation.
Amo la mia famiglia. Li vedo pochissimo, tutti, moglie compresa. Mia moglie mi adora, nonostante tutto. Nonostante a volte io puzzi in maniera insopportabile. Nonostante non ci sia mai, nonostante spesso sia costretto ad alzare la voce perchè non capisco nè lei, nè i miei figli. Nonostante non mi accorga quando si tagli i capelli per apparire più soave di quanto già sia. Nonostante non apprezzi i vestiti che si compri per apparire più elegante di quanto già sia. Ah! Che ne so io di vestiti? di capelli? conosco appena appena la lana che toso alle mie belve.
Amo la mia famiglia e non sopporto l'idea che non possa vivere nella dignità di una famiglia normale. Lavoro dodici ore al giorno, 365 giorni all'anno affinchè mia moglie non debba vergognarsi di uscire di casa perchè non ha un abito che le piace e affinché i miei figli possano studiare e vivere il loro tempo e i loro divertimenti in totale serenità.
Che cosa ho io in meno di un impiegato di banca, di un direttore di banca? Il direttore di banca produce forse latte da bere, formaggio da mangiare? il direttore di banca produce debiti eppure la comunità lo apprezza più di quanto apprezzi me che mi preoccupo di sfamarla.Il mercato del latte è diventato impossibile, 25 anni fa un litro di latte ce lo pagavano 1.320 lire. Oggi ci danno appena 55/60 centesimi, l'equivalente di 1.100 lire. In 25 anni quanto è aumentato il costo della vita? si è almeno triplicato, e il valore che danno al nostro lavoro è diventato un quarto, è qualcosa di raccapricciante. E poi ci chiedono di collaborare, di avere fiducia nel futuro. Ma quale futuro? Quello che non riusciamo a dare neppure a chi abbiamo concepito? Già, perchè se continua così io sarò costretto a far rientrare mio figlio da Roma, sarò costretto a interrompere i suoi studi.
Lavoro dodici ore al giorno, 365 giorni all'anno e se non accetto quel prezzo imposto dai grandi acquirenti (quelli che poi, magari vanno in Romania a trasformare, a quattro soldi di salari, e ci ricaricano il 500%) e dalla fantasmagorica Unione Europea, posso anche morire di fame. Ma la vita di un uomo si misura in qualcosa di più di un pezzo di pane.
Io mi chiamo Andrea, ho 55 anni, quattro bocche da sfamare, 85 pecore da pascolare, e nonostante tutto mi sono svegliato alle 4 per venire ad un sit in davanti alla Regione Sardegna. Non disprezzo chi mi governa, voglio solo che rispettino la costituzione e i diritti al lavoro e ad una vita dignitosa. Chiedo solo quello e lo faccio pacificamente. A gran voce, ma pacificamente. Ogni tanto sento i miei figli che mi dicono di stare attento. Chiedo a Luca, il più piccolo, com'è andata al liceo. Poi sento Dario, gli dico di guardare le news e di lasciar perdere i videogiochi, ma so che non lo farà. Luigi non lo sento, è in laboratorio tutto il giorno, lo chiamerò stanotte penso. Ma stanotte è già arrivata. Dal lato destro del corteo qualcuno che non conosco, qualcuno che non riconosco, ha lanciato una bottiglia contro una vetrata. Chi è? continuo a chiedermi impaziente, chi è??
Ma non ho il tempo di rispondere. In preda allo stress, al nervoso, alla stanchezza, attaccano anche i miei amici e colleghi. Bottiglie, una, due, tre, finchè non si sentono gli scarponi degli sbirri marciare verso di noi. E poi uno sparo, un altro, sono lacrimogeni. Qualcuno è ad altezza uomo. Mi guardo intorno, guardo chi è con noi per capire come finirà. Nessun politico. Siamo spacciati. Non c'è neppure iRS, o almeno nessuno dei suoi uomini di spicco, qualche sparuta presenza di Sardigna Natzione. La marcia si fa più fitta e i manganelli si alzano.
Io mi chiamo Andrea, ho 55 anni, sono un pastore sardo. Ho una moglie e tre figli da sfamare, 85 pecore da pascolare, lavoro dodici ore al giorno, 365 giorni all'anno e ho un braccio spezzato. Sento le sirene dei carabinieri che hanno arrestato altri 14 padri di famiglia. Sento le sirene dell'ambulanza che mi sta portando via. Mentre mi caricano in lettiga, sento anche un ragazzo in divisa ridere e dire che lui ha colpito dove capitava, che problemi non se n'era posti, che aveva anche calpestato con gusto una donna inciampata mentre scappava.
Lo guardo senza odio. Sorrido pensando che ha l'età di mio figlio, l'età di Dario. Dovresti essere a giocare alla playstation, penso. Ma forse, in fondo, tu credi che sia la stessa cosa.

(ATTENZIONE: questo è un racconto fantastico. Raccoglie le testimonianze di una notte passata a parlare con i pastori del sit in davanti alla Regione Sardegna, in un unico personaggio immaginario. I fatti di cronaca sono veri, il contorno seppur verosimile, è frutto di fantasia)

Fonte: http://gaetanolucafilice.blogspot.com/

mercoledì 20 ottobre 2010

LA POLIZIA CARICA I PASTORI IN PROTESTA



Nel pomeriggio di ieri, 19 ottobre, i pastori stavano protestando contro la crisi del settore davanti al palazzo del Consiglio regionale, in via Roma a Cagliari.
Ad un certo punto dello svolgimento di quella che fino ad allora era stata una manifestazione dai toni accesi ma pacifici,sembrerebbe che un gruppo di manifestanti abbia cercato di entrare nel palazzo da una porta laterale.
A questo punto, La polizia, in assetto antisommossa, ha reagito con lacrimogeni e manganellate causando diversi feriti di cui il più grave ha perso un occhio dopo essere stato colpito in pieno volto da un lacrimogeno.
I più fortunati se la sono cavata con l'arresto.
Pronta la reazione del segretario di Forza Nuova,Roberto Fiore che,non nascondendo un forte sdegno, interviene a proposito degli scontri tra pastori in protesta e forze dell'ordine:
"chiedo l'immediato rilascio dei cinque giovani fermati di cui uno ferito: i veri delinquenti non sono loro bensì quanti affamano i pastori disperati sottopagando il loro latte, distruggendo una tradizione e mandando sul lastrico migliaia di famiglie italiane. Il latte italiano non è per nulla difeso, subisce l'impietosa e sleale concorrenza del latte straniero spacciato per nazionale, e chi produce questo bene prezioso non viene ascoltato. Dove sono le promesse politiche di tutela verso i prodotti nazionali? Cosa stanno facendo in Consiglio Regionale? I Pastori chiedono solo di essere garantiti, non chiedono che d'esser giustamente pagati per un lavoro nobile che comporta sacrifici ormai non più compensati.Sono vicino ai manifestanti, le cui rivendicazioni vengono riprese dai media solo quando sfociano in episodi come quello di oggi."

La Lega della Terra,nel ribadire la piena solidarietà ai pastori sardi,invita tutti gli appartenenti ai suoi nuclei e tutti i militanti di Forza Nuova,a sostenere questa protesta con ogni mezzo lecito a disposizione.

BASTA OPPRESSIONE!
BASTA REPRESSIONE!

martedì 19 ottobre 2010

Bevete latte Italiano! Ma qual'è il latte italiano?


Lega della Terra e Forza Nuova evidenziano l'impossibilità, per il consumatore italiano, di riconoscere in etichetta le vere produzioni italiane. Molte derrate agricole di importazione vengono spacciate per prodotti italiani, dalla frutta, alla carne, al latte e formaggi. Tutto ciò in nome del liberismo commerciale e della globalizzazione. Le nostre aziende agricole sono al collasso, dovendo sopportare la concorrenza di prodotti stranieri di cui spesso non conosciamo i processi di filiera e la salubrità. Oltretutto molti prodotti di importazione, come latte e cagliate, ma anche carne suina e bovina, sono illecitamente usate in Italia nelle nostre produzioni tipiche di eccellenza, vedi formaggi e prosciutti. Anche la frutta, che arriva dall'estero ancora acerba e viene poi fatta maturare in forni e con l'aggiunta di ormoni, viene confezionata in Italia e passa per prodotto italiano. Così pure i pomodori cinesi , le mele argentine e i kiwi cileni.
La globalizzazione non riconosce e non da valore alle produzioni tipiche nazionali, né agli sforzi per il miglioramento dei prodotti, né alla diversità dei costi di produzione e delle regole burocratiche e sanitarie dei vari Stati. La globalizzazione è l'arma delle grosse multinazionali mondiali, che tendono a uniformare i gusti, le tradizioni e i costumi della gente, offrendo a tutti lo stesso alimento, lo stesso vestito, la stessa moda.
Grave è la colpa dei Governi nazionali e della politica, sottomessi al potere economico e industriale, il tutto in nome del profitto e del benessere. Grave è la colpa di questa Europa delle banche che non difende le aziende nazionali e assiste alla dislocazione delle nostre imprese all'estero. Non è questa l'Europa che noi vogliamo, noi vogliamo l'Europa delle Nazioni e la tutela delle nostre aziende.
Noi vogliamo un' agricoltura pulita, senza veleni e organismi modificati geneticamente, con pratiche aziendali rispettose dell'ambiente e della fertilità del terreno. Noi vogliamo i sapori e gli odori della frutta, del latte , dei formaggi, non le grandi produzioni , belle e sterili, insapori e senza consistenza.

Lega della Terra e Forza Nuova chiedono una politica in favore dell'agricoltura italiana, che difenda e sostenga le produzioni tipiche e il prezzo di vendita , e metta in condizioni il mondo rurale di sopravvivere dignitosamente e vincere le concorrenza sleale e spesso truffaldina del commercio mondiale e delle grandi catene di distribuzione. Il consumatore italiano deve essere in grado di riconoscere in etichetta i veri prodotti italiani, conoscerne la filiera produttiva e le qualità organolettiche, per sostenere, con l'acquisto dei prodotti, le nostre aziende agricole . Per questo chiediamo una legge seria che dia trasparenza al mercato e combatta le frodi, potenziando i controlli e le sanzioni.

Dott Paolo Zattoni -
Coordinatore Nazionale Lega della Terra - Forza Nuova

giovedì 14 ottobre 2010

TERRA DI CASTAGNE,TEMPO DI SAGRE







Con il ritorno dell'autunno,torna anche il periodo delle sagre che,dalle nostre parti,vede la castagna come protagonista.
Si comincia il 23 e 24 Ottobre con "Aspettando la 33^ mostra mercato del tartufo e della castagna" evento novità organizzato in quel di Bagnoli Irpino dalla locale pro-loco,dal comune e dal consorzio turistico.
Seguirà nei giorni del 30 e31 l'appuntamento con la sagra della castagna di Cassano Irpino che, come ogni anno si svolge in concomitanza di quella di Bagnoli Irpino la quale però si svolgerà nell'arco di tre giorni dal 29 al 31.
A chiudere le danze la "28^Sagra della Castagna di Montella IGP e dei prodotti tipici" il 6 e 7 Novembre.
Di seguito postiamo i link dove potrete reperire maggiori informazioni sui singoli eventi e chiudiamo con un plauso agli organizzatori dell'evento di Bagnoli Irpino, che ancora una volta, si sono distinti per le grandi capacità organizzative dimostrate nel promuovere i prodotti di pregio a noi tanto cari.

28^ Sagra della Castagna di Montella IGP e dei prodotti tipici


Aspettando la 33^ Mostra Mercato del Tartufo e della Castagna di Bagnoli Irpino

33^ Mostra mercato del Tartufo e della Castagna di Bagnoli Irpino

34^ Sagra della castagna di Cassano Irpino.

lunedì 11 ottobre 2010

Il Mc Italy per rilanciare l'agricoltura italiana?


Ci è giunto questo articolo di "Comunità politica di avanguardia" che,incontrando la nostra piena condivisione su quanto esposto,pubblichiamo con piacere.


Il Ministero delle politiche Alimentari, Agricole e Forestali ha inaugurato, con questo comunicato http://www.politicheagricole.it/InEvidenza/20100126zaia_McItaly.htm , la nascita di una sezione italiana della dannosa multinazionale nordamericana Mac Donald's, presentando l'operazione come un rilancio dell'agricoltura italiana.

A tale "linea italiana" di Mac Donald's è stato dato il nome di Mac Italy.

Non si comprende, anzitutto, come si possa parlare di rilancio dell'identità nazionale se all'operazione che dovrebbe rilanciarla si attribuisce un nome che non è italiano ma di una lingua straniera, visto che l'identità è prima di tutto un fatto di cultura, quindi anche di linguaggio.

Se poi l'elemento identitario nasce come sezione nazionale di una multinazionale della globalizzazione, di quelle la cui natura si manifesta nella omologazione più brutale delle specificità nazionali e popolari, come si evince dalla sua pubblicità, allora siamo a livelli... clinici!

Cosa significa "globalizzare l'agricoltura italiana"? Significa che perderà la sua specificità e non che verrà rilanciata.

E a cosa valgono i prodotti italiani se poi vengono, prima di essere serviti, trattati con i metodi usuali di Mac Donald's che alla salute fanno tutt'altro che bene?

Quali sarebbero le aziende agricole favorite da Mac Italy? La piccola agricoltura tradizionale oppure i monopoli agricoli all'italiana che usano gli stessi metodi delle multinazionali dell'agro-alimentare, ormoni e OGM compresi di cui il centrodestra procede verso l'impiego in Italia? O magari, le aziende che accettano di far lavorare persone in condizioni di semi-schiavitù, visto che i piccoli agricoltori che agiscono nel rispetto delle leggi oggi non riescono più a sopravvivere sul mercato, per via dell'invasione di cibi stranieri a basso costo e delle quote della Unione Europea?

La nascita di Mac Italy non ci appare come un rilancio dell'agricoltura e dell'allevamento tradizionali locali, ma come una integrazione di queste attività nella globalizzazione sovvertitrice, favorendo poi una multinazionale tristemente famosa per i suoi risvolti in termini di salute alimentare, omologazione culturale e sfruttamento dei lavoratori.

fonte:Comunità politica di Avanguardia


venerdì 8 ottobre 2010

FORZA NUOVA BENEVENTO DICE NO ALLA CENTRALE BIOMASSE AD APICE (BN)


Il Direttivo provinciale di Forza Nuova Benevento, preso atto che l’Amministrazione Comunale di Apice intende realizzare un impianto di bioconversione di residui organici e vegetali per la produzione di energia rinnovabile e di fertilizzante biologico e che il progetto preliminare è stato approvato dalla Giunta il 22 giugno 2010, manifesta tutto il suo dissenso alla realizzazione di tale progetto perché ritenuto non adatto al territorio in quanto dannoso per l’agricoltura, per la genuinità dei nostri prodotti e principalmente per gli abitanti della zona. Il sindaco Ida Antonietta Albanese, ritiene semplicemente strategico dare corso alla realizzazione di un impianto che ponga il Comune di Apice all’avanguardia sul territorio provinciale. Purtroppo, il primo cittadino di Apice dimentica o ignora le numerose tesi di esperti avverse a questi tipi di impianti, reputati “dannosi per l'ambiente e per la salute, antieconomici e frutto di una tecnologia obsoleta”, così ad esempio, l'oncologo Giuseppe Serravezza, descrive le biomasse, mettendo in guardia sul rischio di aumento dell'incidenza dei tumori nel nostro territorio. L’illustre scienziato, per impianti identici installati nella provincia di Lecce, dichiara: "Fino a venti anni fa avevamo un 25% in meno rispetto al Nord di persone che si ammalavano di tumore. In quest'arco di tempo l'insorgenza tumorale è aumentata secondo una curva allarmante”. Già qualche anno fa, quando una simile scelta fu intrapresa dai sindaci della Valle Vitulanese, denunciammo pubblicamente i rischi connessi alla realizzazione di tali impianti e grazie alla vasta mobilitazione di cittadini, associazioni ed esperti, le Pubbliche Amministrazioni assunsero decisioni più responsabili, nell'esclusivo interesse della salute pubblica, già molto compromessa. Ora che la questione torna sul tappeto ci vediamo di nuovo costretti ad intervenire. Altri meglio di noi hanno già sottolineato le tante ragioni che giocano a sfavore della realizzazione di simili impianti, come il danno ambientale, quello alle colture agricole, la svalutazione dei terreni e dei patrimoni abitativi circostanti l'impianto, la scarsissima ricaduta occupazionale. Noi vogliamo nuovamente richiamare l'attenzione dei cittadini, delle famiglie e delle Istituzioni sui rischi per la salute. E' facile intuire quali saranno gli effetti di tutto ciò sulla salute nostra e su quella dei nostri figli, nel tempo avremo un aumento di malattie, in particolare tumori, in quanto è scientificamente appurato ormai che il 90% dei casi di cancro è dovuto all'azione di fattori di rischio presenti nell'ambiente, coi quali quotidianamente veniamo in contatto e stando così le cose, se andiamo ad aggiungere nuove fonti di emissione, come le centrali a biomasse, andremo ad aggravare ulteriormente una situazione già compromessa dal punto di vista dell'ambiente e della salute: avremo un'aria, un'acqua ed una terra ancor più inquinate, avremo prodotti agricoli sempre più a rischio, con tracollo lavorativo di chi da quei prodotti trae il proprio sostentamento, avremo animali ammalati e da abbattere in massa perché pericolosi e avremo sempre più persone colpite dal cancro. Allora ci chiediamo:”cosa vale il profitto ad ogni costo, peraltro al di fuori di qualsiasi reale necessità della comunità, di fronte ad una popolazione sempre più malata?”
Progresso e Sviluppo sono tali se tutelano la vivibilità di un territorio e la salute delle persone che vi abitano. Altro, è solo danno, quasi sempre irreparabile.

Andrea Caporaso
Responsabile provinciale Forza Nuova Benevento

fonte:http://forzanuovacampoli.blogspot.com

lunedì 27 settembre 2010

Lega della Terra manifesta davanti alla Regione Lazio

La Lega della Terra manifesta davanti alla Regione Lazio e davanti al Ministero dell’Agricoltura contro il Consorzio di bonifica “Valle del Liri”








Nella giornata di oggi, la Lega della Terra, insieme ad altre sigle di categoria, ha manifestato davanti alla Regione Lazio a Roma e successivamente davanti al Ministero dell’Agricoltura a Via XX settembre. Oltre duecento agricoltori della provincia di Frosinone guidati, fra gli altri, da Antonio Mariani responsabile della Lega della Terra nel Lazio, hanno portato ancora una volta all’attenzione delle istituzioni preposte il contenzioso che va avanti da anni con il Consorzio di bonifica Valle del Liri, a causa di una sovrattassa sull’acqua ad uso irriguo che il consorzio impone, ma che gli agricoltori reputano illegittima e che ha già visto un pronunciamento del TAR del Lazio che ha dato ragione agli agricoltori. Una delegazione di manifestanti, guidata da Antonio Mariani è stata ricevuta prima dal Dott. Giuseppe Tanzi, direttore dell’agenzia regionale per l’ambiente e poi dal Dott. Carlo Ferocino Vice capo di Gabinetto del Ministro Zaia. Sono state presentate tutte le problematiche ed i contenziosi in atto col consorzio, Il Ministero e la Regione per quanto di propria competenza si sono impegnati a risolvere la disputa. La Lega della Terra che oramai da anni guida la protesta degli agricoltori della provincia di Frosinone, protagonista qualche mese fa di un blitz nella sede del Consorzio a Cassino con decine di trattori a bloccare la cittadina ciociara, vigilerà sugli impegni presi dalle istituzioni e, se necessario, guiderà una nuova protesta.

martedì 21 settembre 2010

Lega della Terra: iniziativa in tutto in Nord Italia contro l'energia da biomasse!


NO ALL' ENERGIA DA BIOMASSE..SALVIAMO L' AGRICOLTURA ITALIANA.

Lega della Terra e Forza Nuova denunciano la grande truffa ai danni dell'agricoltura italiana : produrre energia con le biomasse, in particolar modo con le piante di mais.
Un conto è autorizzare piccoli impianti di biogas ad uso aziendale, per convertire i liquami zootecnici in energia, e rendere autosufficienti le aziende agricole, altro conto è autorizzare grandi impianti privati che usano il mais per produrre energia, specie in pianura padana, sottraendo terra e cereali agli usi zootecnici. Solo a Cremona quest'anno sono stati autorizzati 50 impianti, 32 a Brescia, 16 a Lodi. Questi impianti, ben finanziati dalle banche in base ai certificati verdi e di proprietà industriale, sfruttano le agevolazioni fiscali dell'agricoltura, ma di agricolo non hanno un bel niente, producendo infatti energia per fini industriali. Tali impianti hanno già innalzato considerevolmente il prezzo dei cereali e degli affitti delle terre, e stanno mettendo in ginocchio il comparto zootecnico, bovino e suino, già provato dai bassi prezzi del latte e della carne.

Inoltre la scellerata pratica di usare biomasse per uso energetico, con coltivazioni in monocoltura intensiva, come il mais, vanno ad impoverire sempre più la struttura del terreno e le sue riserve in sostanza organica, per il fatto che non vengono rimpiazzati da reflui zootecnici ma solo da concimi chimici. Questa pratica ci porterà ben presto alla desertificazione dei nostri terreni, il tutto in nome del profitto e dei bisogni energetici dell'industria.

La coltivazione intensiva in monocoltura, che ci ha dato enormi rese ettaro ma la perdita dei gusti e dei sapori , già prevede l'uso di enormi quantità di veleni per il controllo dei parassiti e delle malerbe. Ora le multinazionali propongono l'uso degli Ogm che, pur essendo meno dannosi dei veleni , perseguono comunque sulla via di una agricoltura intensiva monoculturale, a danno della biodiversità, e della lotta biologica tradizionale, che prevedeva il controllo delle malerbe e dei parassiti con la rotazione di varie colture sullo stesso terreno. Pratica antica che prevedeva la salvaguardia della fertilità del terreno, con le sue migliaia di specie viventi, e logicamente il ritorno ad essa di sostanza organica che verrà poi trasformata dai batteri in humus.

Lega della Terra e Forza Nuova chiedono una politica nazionale a favore dell'agricoltura, della ruralità e della salvaguardia della tipicità delle nostre produzioni. Chiedono maggiore attenzioni verso il mondo agricolo, salvandolo dalle facili speculazioni e dal consumo di terra coltivabile.

Dott Paolo Zattoni - Coordinatore Nazionale Lega della Terra -


Per maggiori informazioni:
dott. Paolo Zattoni - Gardone Riviera - BS -
cell 340-9653686

sabato 11 settembre 2010

Rapporti commerciali con la Cina:un'opportunità per chi?


Apprendiamo dal quotidiano Ottopagine dell'apertura delle selezioni per le manifestazioni di interesse da parte delle imprese che vorranno avviare rapporti commerciali e di collaborazione con la Repubblica Popolare Cinese.
Questo progetto,a cura dell'assessorato alle attività produttive della provincia di Avellino,nella persona dell'assessore Vincenzo Sirignano, si prefigge lo scopo di creare rapporti istituzionali,commerciali,culturali e scientifici con il Paese più popoloso del mondo.
Da quanto si legge sul quotidiano,questa sarebbe un'opportunità per il tessuto produttivo irpino di promuovere i propri sistemi di offerta presso il mercato Cinese,con particolare attenzione ai settori agricolo,vitivinicolo,zootecnico e agroalimentare.
Il via a questa saga delle "grandi opportunità" sarà dato attraverso due progetti pilota che vedranno coinvolte aziende zootecniche (progetto agri) e vitivinicole (progetto wine) rispettivamente per la caseificazione e la trasformazione delle carni,per approdare alla produzione del "nettare di bacco".
Garantito inoltre il totale supporto istituzionale per bilanciare i benefici tra le parti,nonchè la vigilanza,sia da parte dell'amministrazione Irpina che di quella Cinese,al fine di tutelare la proprietà intellettuale delle abilità tecniche proprie delle aziende partecipanti.
In virtù di quanto sopra la Lega Della Terra si chiede come sia possibile pensare che aprire al mercato Cinese possa rappresentare un'opportunità per le nostre aziende quando sono proprio queste ad avere le conoscenze e le capacità per produrre beni qualitativamente superiori.
A tal proposito siamo convinti che così facendo non si farà altro che viziare ulteriormente il mercato, introducendovi di fatto una concorrenza a cui le nostre aziende,piccole e piene di problemi,non potranno far fronte.
Considerando che altre aziende,non solo Italiane e di diversi settori, hanno intrapreso questa strada già da tempo,e che questa scelta li ha portati a diminuire,se non ad annullare le produzioni di "casa" in favore di quelle ottenute in Cina a costi infinitesimali,ci viene il dubbio che queste nostre aziende stiano venendo offerte in sacrificio al fine di creare proficui rapporti istituzionali tra i potentati Cinesi e nostrani.
Ribadiamo che la nostra azione è e sarà sempre rivolta alla difesa e all'incentivazione della produzione agricola Nazionale,per incentivare e sostenere il ritorno dei giovani alla loro terra e per far si che si riconosca il ruolo fondamentale e primario dell’agricoltura per la pace sociale, l’ indipendenza economica e la costruzione di una Patria al tempo stesso moderna e legata ai valori della tradizione.
In ultimo una domanda:
ci siamo dimenticati del latte alla melanina,dei pomodori con i solventi,dei vini sintetici dell'olio colorato artificialmente...?

venerdì 10 settembre 2010

Pastori sardi,Forza Nuova: il silenzio del Ministro Galan pesa


Inviato da Redazione il Mar, 07/09/2010 - 14:52

La segreteria nazionale di Forza Nuova per voce del coordinatore Paolo Caratossidis e del responsabile della Lega della Terra Paolo Zattoni esprime pieno appoggio alla protesta dei pastori che questa mattina hanno protestato sotto il Ministero delle Politiche Agricole: "la protesta di questa mattina è stata caratterizzata dalla compattezza e serietà con la quale i pastori italiani hanno attirato l'attenzione sulle numerose problematiche che attanagliano la produzione nazionale del settore. Esattamente il contrario di quanto fa il ministro Galan, che mostra non curanza verso le rivendicazioni dei pastori, che infatti non sono stati nemmeno degnati di una risposta:forse Galan è troppo preso dal timore di essere trasferito ad un altro Ministero. Le richieste dei pastori sono semplici e di alto profilo politico: chiedono che il latte venga pagato ad un giusto prezzo, puntando l'indice contro quegli industriali che speculano sul loro lavoro e contro l'esecutivo che non vuole imporre a quest'ultimi di versare un corrispettivo dignitoso. Chiedono che il latte italiano venga privilegiato, e che quello venduto come nazionale lo sia a tutti gli effetti e non spacciato per tale sulle etichette solo perchè confezionato nel nostro paese. Sono richieste minimali ma cruciali che noi sottoscriviamo in pieno, perchè la difesa del Made in Italy non può esser tale solo a parole ma deve trovare nella pratica di Governo una realizzazione effettiva."

lunedì 6 settembre 2010

ogm SI ogm NO


Si parla tanto della convenienza o meno di usare piante modificate Ogm , e si evidenzia la netta divisione del mondo agricolo. Da una parte l'Unione Agricoltori, con Bettoni, che sostiene l'uso degli Ogm per sola competitività agricola e per non rimanere indietro al resto del mondo, dall'altra parte la Coldiretti contraria, con Prandini, che paventa danni alla salute e lo strapotere delle multinazionali del settore sementiero.
Si sappia che in agricoltura, purtroppo , si fa uso di moltissimi veleni, per combattere le malerbe e gli insetti nocivi, come la piralide e la diabrotica. Veleni che poi vanno a finire nell'ambiente e nelle falde acquifere. La tecnologia degli Ogm sarebbe utile per combattere le infestanti e i parassiti, riducendo l'uso dei veleni, ma pone un serio problema riguardo alle pratiche agronomiche.
Sgombriamo innanzitutto il fatto che gli Ogm siano dannosi per la salute umana. Gli Ogm non sono altro che "incroci" che i nostri vecchi hanno sempre fatto, nella ricerca di piante più produttive o più resistenti. Ora questi incroci si fanno in laboratorio, scambiando geni anche di specie diverse. Fin qui nulla di male, i prodotti di derivazione Ogm sono poi digeriti dal nostro sistema gastrico come tutti gli altri prodotti "naturali". Quindi è inutile scatenare paure. D'altronde quasi tutti i mangimi ad uso zootecnico contengono già materie prime Ogm, come la soia di importazione, ma anche i prodotti dolciari con frumento Ogm o i pomodori... il pomodoro San Marzano è stato salvato dal marciume con l'inserimento di un gene diverso. I nostri prodotti tipici , come il grana o il prosciutto, sono ottenuti con mangimi contenenti Ogm.
La Lega della Terra, emanazione di Forza Nuova, è contraria agli Ogm per ben altri motivi.
La globalizzazione, anche nel settore agricolo, impone una concorrenza così feroce e tecniche agronomiche e produttive che siano in grado di ridurre sempre più i costi di produzione. Anche in Italia quindi vi è la corsa ad una agricoltura intensiva e monocolturale, che ha impedito la tipica rotazione agraria ed ha favorito l'insorgenza di malerbe infestanti e parassiti resistenti. Da qui l'uso di veleni. La tecnica degli Ogm non farebbe altro che confermare e consolidare questo tipo di agricoltura intensiva monocolturale, che punta tutto alle rese ettaro, ma ci ha tolto i sapori e gli odori tipici dei nostri prodotti agricoli. Il latte non sa più di niente, sterile e genuino fin che si vuole, ma insapore e senza gusto. Così pure la frutta, la carne di pollo o di vitello a carne bianca, così pure i formaggi a pasta molle. Purtroppo la tecnica degli Ogm non serve solo per ottenere maggior resistenza , ma anche per ottenere patate con più amido, frutta di maggiore dimensione, carne più magra, ecc.
Noi chiediamo una politica che sostenga il mondo agricolo e lo metta in condizione di sopravvivere dignitosamente alle sfide della grande distribuzione e della globalizzazione, permettendogli di dare il meglio di sé con pratiche agronomiche tradizionali. Per questo motivo va salvaguardato il prezzo dei prodotti agricoli italiani e va emessa una legge che dia trasparenza al mercato, mettendo in condizione il consumatore di riconoscere il prodotto italiano, la filiera di produzione e le qualità organolettiche.
È urgente tornare alle sane pratiche agricole della rotazione agraria, dove il contenimento delle malerbe e dei parassiti veniva fatto ruotando sullo stesso terreno varie colture, e nel contempo si salvaguardava la struttura e la sostanza organica del terreno, immettendo letame naturale e favorendo le migliaia di esseri viventi che popolano il sottosuolo e trasformano la sostanza organica in humus.
L'uso massiccio di concimi chimici, di veleni, ed ora di Ogm , ci ha portato in queste condizioni, verso una precoce desertificazione dei nostri terreni e la scomparsa dei sapori.
Ora è la politica che deve fare la sua parte, noi abbiamo indicato la strada.

Dott agronomo Paolo Zattoni
Lega della Terra - Forza Nuova -

venerdì 27 agosto 2010

LA RIVOLTA DEI PASTORI SARDI



Ci ritroviamo,a distanza di qualche mese, ad affrontare la questione dell'economia Sarda ed in particolare del disagio che soffoca, con morsa sempre più stringente i pastori, che non riuscendo più ad andare avanti e stanchi di vedere calpestati i loro diritti ed inascoltate le loro richieste,hanno manifestato questo disagio con un folto corteo nell'aereoporto di Olbia.
Il segretario di Forza Nuova Roberto Fiore comunica di appoggiare la lotta dei pastori sardi:
"le rivendicazioni dei nostri pastori sono pienamente condivisibili, e le loro proteste orgogliose l'unico modo che hanno per attirare un briciolo di pubblica attenzione su di una problematica allarmante quale quella delle condizioni di trattamento economico e non solo a cui viene sottoposto il loro lavoro. In generale,le difficoltà enormi a cui quotidianamente vanno incontro i nostri pastori, allevatori, coltivatori e produttori della terra sono tali da dover occupare i primi posti nell'agenda politica di un governo responsabile, quale quello Berlusconi non mostra di essere.L'associazione "Lega della terra" a noi vicina è stata mobilitata a sostegno della comunità di pastori sarda."

lunedì 23 agosto 2010

LA CASTA DELL'ACQUA


Salve, sono Giuseppe Marino, sono un giornalista e sono autore di un libro che si chiama "La casta dell'acqua" edizione Nuovi Mondi e che racconta la situazione delle risorse idriche in Italia. Di come vengono gestite, purtroppo assai male, e di alcune vicende recenti ma che affondano le radici all'inizio degli anni 90 che hanno visto anche una larga partecipazione popolare, un grande interesse riguardo a questo tema dell'acqua che si è così riacceso in occasione anche soprattutto della raccolta firme per il referendum per l'abolizione del Decreto Ronchi che apre la gestione dell'acqua al mercato. L'acqua in Italia non è un settore trasparente Mi sono interessato a questa questione dell'acqua principalmente perché aveva due caratteristiche che la rendono interessante per un giornalista: in primo luogo l'acqua per essendo il liquido più trasparente è comunque prigioniera di molti luoghi comuni opachi; in secondo luogo ho incontrato delle storie molto interessanti da raccontare e che ho cercato di riassumere nel libro. " La Casta dell'acqua", perché il titolo? Innanzitutto perché ho scoperto che l'acqua è prigioniera di una vera e propria casta che è politico - economica. l'Italia è l'unico paese in cui l'acqua è di destra o di sinistra. Le gestioni dell'acqua sono state riorganizzate a partire dal 1994 con una norma, la cosiddetta Legge Galli, il cui intento era di riordinare il settore, innanzitutto cercando di renderlo a gestione industriale, cercando di fare sì che la tariffa pagata dai cittadini ripagasse il consumo dell'acqua, gli investimenti, la sua gestione. Fino a quel momento la gestione era invece così detta in economia: i comuni provvedevano in proprio, con i propri mezzi, questo faceva sì che le risorse per realizzare nuovi acquedotti fossero molto scarse, bisognava richiedere continuamente fondi allo Stato e quindi tutto dipendeva ovviamente dalle volontà politiche del momento. Alla fine del 1993, un parlamentare democristiano Giancarlo Galli, riesce a portare in porto questa riforma che diminuisce il numero delle società di gestione degli acquedotti che allora erano oltre le 10 mila, a quelle che sono adesso: poco più di un centinaio. Questo risultato è ottenuto dividendo il territorio italiano in 91 circoscrizioni e in ciascuna di queste, che vengono chiamate ATO (ambiti territoriali ottimali) erano i comuni che dovevano associarsi, costituire cioè delle autorità che controllassero il modo in cui veniva gestita l'acqua e individuare un unico gestore che per tutto l'ambito si occupasse di portare l'acqua ai cittadini e fare tutti gli investimenti necessari, tra l'altro accorpando in un'unica gestione sia l'erogazione dell'acqua, l'acqua che arriva al nostro rubinetto, sia anche la depurazione e la fognatura. Una rivoluzione che sicuramente modernizzava o perlomeno aveva l'intenzione di modernizzare il settore. Fin dall'inizio era una rivoluzione tradita perché questi ATO non vennero suddivisi come era nella volontà dell'ideatore della Legge Galli in base a bacini idrografici. Se tutti beviamo dallo stesso fiume o dalla stessa fonte sarebbe logico che ci mettessimo insieme tutti quelli che si approvvigionano una stessa fonte per avere un unico gestore. Invece la suddivisione del territorio viene fatta secondo la logica amministrativa, secondo più o meno le province che però è anche - guarda caso - la ripartizione dei partiti politici. Infatti poi i gestori vennero individuati in gran parte in casa; quelli che vengono messi cosiddetti sul mercato, guarda caso, hanno invece una colorazione politica che spesso risponde a quella della maggioranza dei comuni che gravano nello stesso territorio. La malgestione dell'acqua da parte della politica La situazione attuale quindi necessita sicuramente di un cambiamento, perché attorno all'acqua poi sono proliferati decine di consigli di amministrazione, in cui sono presenti politici che dovrebbero essere controllati da altri politici dello stesso partito. Queste autorità che insistono su ciascuno di questi ambiti alla fine sono compagni di partito dei consiglieri di amministrazione che hanno nominato all'interno delle società di gestione. Ne risulta ovviamente un grave conflitto di interessi che ha fatto sì che ci fosse un aumento delle bollette in 10 anni, superiore al doppio del tasso di inflazione. Gli investimenti quindi nel momento in cui le tariffe sono aumentate, sono invece fermi a circa la metà di quello che era stato promesso da queste aziende di gestione, nelle quali c'è sì una presenza di aziende private come soci, ma nel 95%% dei casi, il controllo delle società, almeno sulla carta resta comunque in mano alla componente politica. Il Decreto Ronchi si propone di aprire al mercato, quindi di portare una maggiore partecipazione di aziende private, questo almeno personalmente non lo ritengo necessariamente un male, perché si parla non di privatizzare l'acqua ma di privatizzare la gestione dell'acqua, come l'acqua arriva dalla fonte fino al nostro rubinetto, qual è il problema? Che nelle condizioni attuali, con le regole che ci sono adesso, con la mancanza di autorità di controllo veramente indipendenti e con questa influenza che ha attualmente la politica in situazioni di conflitto di interesse, dare questa gestione in mano a aziende private rischia di portarci a ripetere vicende di privatizzazioni come sono state per esempio quelle delle autostrade, che certamente non sono andate almeno finora a vantaggio dell'interesse dei cittadini. Si tratta quindi evidentemente di fare scelte diverse, un movimento popolare in questo momento che sta raccogliendo delle firme per un referendum, movimento che secondo me dovrebbe soprattutto puntare a concretizzare meglio un'alternativa, a proporre un'alternativa fattibile per la gestione dell'acqua. La proposta di questo movimento è certamente interessante perché punta a coinvolgere maggiormente e più direttamente i cittadini nella gestione della loro acqua, ma certamente questo non è facile quando si tratta di comunità molto grandi come per esempio grandi città come Roma o Milano o per esempio addirittura nel caso di Milano. Sarebbe veramente difficile perché attualmente a Milano l'acqua si paga all'interno delle spese condominiali per esempio, quindi il cittadino singolo non ha neanche la percezione delle spese che sostiene per l'acqua, tra l'altro Milano è una situazione privilegiata, c'è una situazione che è completamente pubblica e Milano ha la bolletta più bassa d'Italia e anche le perdite dalle tubature più basse d'Italia. La situazione in questo senso è molto diversa a seconda delle zone d'Italia, non sempre è tutto negativo al sud e tutto positivo al nord, ma certamente ci sono al sud delle situazioni che sono veramente drammatiche. Ci sono situazioni come quella di Agrigento che sono veramente inaccettabili in un paese moderno situazioni che racconto nel mio libro. A Agrigento è stata costituita una società mista pubblico - privato un modello che va molto di moda che amplifica le situazioni di conflitti di interessi in assenza di regole e a Agrigento i cittadini hanno la bolletta più alta d'Italia, si va oltre 400 Euro l'anno e al contempo ricevono l'acqua in molti quartieri una volta ogni 15 giorni. Nelle case di Agrigento è comune vedere spazi occupati da grosse cisterne per fare scorta di acqua e poter sopperire a questa continua mancanza. Colmo dei colmi nella zona di Agrigento negli ultimi anni è stata ceduta una fonte di acqua minerale, è stata data in concessione alla Nestlè, quindi gli agrigentini spendono un sacco di soldi per pagare la bolletta dell'acqua che non gli arriva, poi devono spendere un sacco di soldi per comprare l'acqua minerale e devono comprare l'acqua minerale che sgorga dal loro territorio pagandola alla Nestlè. Dopo il danno anche la beffa perché la Nestlè ha chiamato questa acqua con il nome di Santa Rosalia che è la santa della città di Palermo e non della città di Agrigento, cose che chi viene dal sud può capire bene l'aspetto beffardo di questa questione. Come a Frosinone, dove si è chiesto ai cittadini di pagare gli aumenti retroattivi, come a Torino dove sono state incluse in bolletta delle spese che non c'entrano niente, addirittura dei soldi per le Comunità Montane. Gestioni invece come è successo in Versilia dove ai cittadini è stato detto che siccome era calato il consumo, allora bisognava aumentare la bolletta, mentre invece uno dei motivi per cui si riforma anche la gestione dell'acqua è proprio di spingere a evitare gli sprechi. Allora cosa succede? Che se faccio una campagna giusta e sana per evitare gli sprechi, poi mi cala il consumo, allora devo tartassare di più i cittadini, questo ovviamente è assurdo! Oltre a questo il settore dell'acqua ovviamente presenta altre problematiche perché sono quelle relative alla qualità dell'acqua che beviamo, mediamente l'acqua del rubinetto è molto, molto più controllata dell'acqua minerale. La norma che si rifà alla normativa europea e che regola la qualità dell'acqua, i controlli dell'acqua di rubinetto in Italia ha un comma che dice che queste norme così restrittive, non si applicano all'acqua minerale, che quindi è esentata paradossalmente a avere questi controlli così stretti. Detto questo anche in Italia c'è questo problema perché in alcune zone è stata concessa una continua proroga per il superamento di alcuni parametri. Questo è uno dei motivi per cui è importante investire sulle strutture dell'acqua e quindi andare verso una riforma sicuramente di questo sistema che non funziona. Avere nuovi acquedotti, nuove strutture che ci garantiscono la salvaguardia di questa fondamentale risorsa che possiamo sempre bere un'acqua affidabile. Detto questo, non demonizzo l'uso dell'acqua minerale perché anche questo può essere utile in alcuni casi. Certamente è paradossale che in Italia si arrivi a essere il terzo consumatore al mondo di acqua minerale dopo Messico e Emirati Arabi che sono certamente le situazioni dove l'acqua non è abbondante come da noi, quindi anche qui c'è qualcosa che non va. L'appello che si può fare ai cittadini in questo campo è sicuramente di tenersi informati e fare pressione anche in chiave locale perché la gestione dell'acqua tutt'ora avviene in chiave locale perché si investa su questo settore e si garantisca la qualità dell'acqua per tutti.

Fonte: www.beppegrillo.it