giovedì 10 febbraio 2011

40° FIERAGRICOLA LAMEZIA TERME

Lamezia Terme, 10 febbraio 2011 –
“Dopo le squallide edizioni degli anni passati,anche quest'anno abbiamo assistito ad una fiera che tutto è stata tranne che agricola”. A parlare in questi termini e a giusta ragione, sono Igor Colombo di Forza Nuova, Domenico Furgiuele del “Cerchio e la Croce” e Luigi Taverna di Alternativa Lametina. “Infatti - proseguono i tre - accanto a una timida esposizione di trattori e mezzi agricoli, abbondavano stand di vario genere: impiantistica termoidraulica, stufe e camini,ferramenta ecc ecc. Tutti argomenti certamente interessanti,ma che nulla hanno a che vedere con l'agricoltura. Erano presenti addirittura stand gastronomici di altre regioni (Umbria, Puglia, Sicilia) e tale realtà confusionale snatura lo scopo della rassegna fieristica. La fiera di Lamezia Terme deve tornare ad essere agricolo-rurale come è sua natura,deve essere volano per l'agricoltura locale e rappresentare per i produttori agricoli lametini, attualmente completamente assenti,(aziende vinicole, vivaistiche,casearie,frantoi oleari ecc)momento di crescita e di approfondimento. Siamo del parere che la fiera debba essere monotematica e qualificata,volta a valorizzare il territorio e a favorire la ruralizzazione. Noi del Cerchio e la Croce, Forza Nuova e Alternativa Lametina, siamo alquanto critici ma allo stesso propositivi,suggeriamo le nostre proposte per far si che nelle future edizioni tale manifestazione sia finalmentem valorizzata: concessione gratuita o con un minimo simbolico degli stand ai nostri produttori locali con un aggiuntivo spese in percentuali alle vendite effettuate in fiera;n esposizione in fiera solo di prodotti inerenti il mondo dell’agricoltura; azzeramento delle spese superflue(cene,rappresentanze ecc) e ridimensionamento degli emolumenti ai vari incarichi all'interno dell'ente fiera; cogestione dell’ente fiera con i rappresentanti delle categorie del mondo agricolo e non dei partiti politici. Siamo stanchi – concludono Colombo, Furgiuele e Taverna - della disattenzione dei politici lametini per l’agricoltura, che sta portando alla snaturalizzazione e alla perdita delle radici della nostra identità rurale”.

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