domenica 14 marzo 2010

Zucchero, trovati aiuti per 86 milioni Il Governo ha indicato le fonti di finanziamento: 65 milioni dalla Finanziaria, 21 milioni dall’Agea I fondi de





Di decisioni definitive non c’è traccia. Ma sul futuro – anche a breve – del settore bieticolo-saccarifero il Comitato interministeriale, convocato il 3 marzo scorso a Palazzo Chigi, qualche importante passo avanti l’ha fatto. Confermando l’impegno del Governo a erogare gli attesi 86 milioni di euro di aiuti nazionali, con l’indicazione delle fonti di finanziamento. Respingendo – per ora – l’ipotesi di un commissariamento dei progetti di riconversione degli ex-zuccherifici dismessi. E annunciando che il decreto sui certificati verdi per la produzione di energia da biomasse è stato firmato. Al tavolo del Comitato, presieduto dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, il ministro delle Politiche agricole, Luca Zaia, rappresentanti dei ministeri dell’Ambiente, dell’Economia, dello Sviluppo economico e delle Regioni hanno concordato sull’urgenza di erogare gli aiuti – 43 per il 2009, altrettanti per il 2010 – già decisi con la riforma comunitaria del 2006-07.
Risorse ritenute necessarie per la sopravvivenza del settore, ormai a ridosso delle semine e della predisposizione dei bilanci 2009 delle società saccarifere. Una filiera che dopo i tagli decisi negli ultimi tre anni vede ancora attive circa 10mila aziende agricole, su 60mila ettari, con quattro stabilimenti di lavorazione e una produzione di zucchero di 500mila tonnellate.
Nel «Decreto legge incentivi», all’esame di uno dei prossimi Consigli dei ministri, sarà inserita una norma che prevede la copertura degli 86 milioni. Di questi, 21 saranno attinti da risorse proprie dell’Agea, i restanti 65 dai 100 milioni indicati dall’articolo 2, comma 55, della legge finanziaria 2010 che prevede un «Fondo infrastrutture».
Per quanto riguarda l’avvio dei 15 progetti di riconversione (si veda il n. 8/2010 di «Agrisole»), il Comitato avrebbe respinto l’ipotesi di nominare commissari ad acta per sveltire le procedure. Le stesse Regioni hanno sottolineato che non esistono problemi insormontabili per la realizzazione dei progetti. Piani di riconversione produttiva già cofinanziati con fondi comunitari, con investimenti per 1,3 miliardi e la possibilità di 700 nuovi posti di lavoro.
Il Mipaaf attuerà comunque un monitoraggio sul territorio. E solo nel caso dovessero riemergere problemi con gli enti locali, insieme alle Regioni interessate potrebbe procedere a commissariamenti.
Al momento, sono rimaste aperte piccole questioni per alcuni impianti. Come quello di Celano (L’Aquila), di proprietà di Eridania Sadam, destinato al confezionamento di ortofrutta e alla produzione di biomasse e che attende il definitivo rilascio della Via (Valutazione di impatto ambientale). Per lo stabilimento di Villasor (Cagliari), destinato alla produzione di biomasse e biodiesel, la Regione Sardegna ha chiesto maggiori garanzie sulla provenienza della materia prima, che dovrà essere locale. Mentre a Castiglion Fiorentino (Arezzo) devono essere risolte ancora alcune questioni di natura urbanistica e il Comune è in attesa di un Master plan.
Infine, del decreto sui certificati verdi (si veda articolo a pagina 4) il Comitato non ha prodotto bozze, assicurando comunque che il provvedimento è stato già firmato dai rispettivi ministeri competenti delle Politiche agricole e dello Sviluppo economico. Un decreto interministeriale finalizzato all’estensione dell’incentivo per la produzione di energia elettrica da biomasse agricole da filiere locali, di cui nei giorni scorsi il ministro Zaia ha anche riferito a un question time alla Camera, rispondendo a una interrogazione dell’Unione di Centro.

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