lunedì 30 novembre 2009

Coltivare canapa tessile


E’ già da qualche anno che in Italia si è ripreso a coltivare la canapa tessile che è diversa dalla canapa indiana per un minore contenuto di Thc.
In passato il nostro Paese era uno tra i più apprezzati produttori e oggi se ne sono riscoperte le sue virtù: può essere impiegata non solo nel tessile dove è apprezzata per le fibre morbide e soffici dalle proprietà antiallergiche e antibatteriche, ma è anche una base per biocarburanti, farmaci, cosmetici, biomassa e rinforzo nel cemento armato per costruzioni antisismiche. La sua resa è interessante: 15 tonnellate di secco per ettaro.

La canapa non necessita per la sua crescita di grosse quantità di acqua, né di diserbanti, anche gli scarti della lavorazione sono riutilizzabili e può essere piantata in terreni da bonificare. Dunque per ogni altra informazione in merito all’acquisto delle sementi, a corsi di formazione che insegnano come avviare l’attività di canapicoltore e per ogni altra informazione di tipo gratuito ci si può rivolgere al Sig. Giraudo Felice di Assocanapa, l’associazione dei produttori di canapa che ha anche sedi in alcune regioni italiane.

mercoledì 25 novembre 2009

Sull'acqua...NESSUNA RESA!



riceviamo e volentieri pubblichiamo questo volantino di Forza Nuova Latina.


Abbiamo simbolicamente chiuso le porte di Acqualatina con nastro bicolore per rivendicare il diritto del popolo pontino sulla proprietà dell'Acqua, a chi minaccia di chiudere i rubinetti dell'acqua noi chiudiamo le porte in faccia, L'Acqua non appartiene a enti, istituzioni, comuni, municipalizzate o privati ma è un bene comune che appartiene all'Uomo. Forza Nuova vigilerà con tutte le proprie forze affinchè il diritto
sull'acqua non venga calpestato.

domenica 22 novembre 2009

Ecobank: la raccolta differenziata che conviene


In occasione di Ecomondo 2009, è stato presentato Ecobank, un “innovativo” sistema per la raccolta differenziata di bottiglie di plastica, lattine e acciaio.
Realizzato da EPT Engineering & Consulting SpA e Tradingenia SRL, entrambre aziende di Bolzano, l’Ecobank si trova al momento installato solo nella regione Piemonte, nelle città di Alessandria e Valenza. Si tratta di un sistema evoluto che raccoglie e differenzia per composizione e colore, bottiglie di plastica vuote, non schiacciate e provviste di etichetta e lattine, anche queste vuote e non schiacciate di alluminio e acciaio.
Come compenso si riceveranno dei buoni sconto in base al numero di oggetti inseriti da spendere in negozi e supermercati convenzionati della zona. Sarà anche disponibile una card magnetica per accumulare il credito e spenderlo successivamente. Il sistema, sperimentato già nello scorso trimestre, ha dato importanti risultati con la raccolta di oltre 500.000 imballaggi. Tutto questo oltre a soddisfare il cliente ed abituarlo a differenziare i rifiuti, agevola ed abbatte notevolmente i costi della raccolta da parte dell’azienda che se ne occupa, visto che il materiale viene da subito differenziato e compattato per tipologia in contenitori interrati.
Iniziative come Ecobank sono la norma in altri paesi europei dove è già utilizzato da parecchio tempo e con una soddisfazione maggiore da parte del cliente. Ecobank per pezzo inserito regala un buono pari a 2 centesimi contro i 25 centesimi di Berlino. Sicuramente una buona iniziativa da estendere a più città e nei grossi centri commerciali, ma visto il notevole guadagno di chi recupera il materiale riciclato la cifra del bonus regalato dovrebbe alzarsi di una buona percentuale.
I clienti raddoppierebbero, le tasche dell’azienda sarebbero comunque piene e ci sarebbe un enorme riduzione della quantità di plastica e alluminio in giro per le città.

sabato 21 novembre 2009

Forza Nuova sul caso "acqua"




Mentre in Italia il Governo ha nuovamente decretato l'inserimento della gestione dei nostri acquedotti tra i servizi pubblici da mettere sul mercato per consentire una “autentica libera concorrenza” (cosa che, di fatto, equivale a voler considerare il diritto all'acqua come al semplice bisogno di una merce/servizio “qualunque” ...), nella Francia del liberista Sarkozy accade l'impensabile: il sindaco di Parigi, Bertrand Delanoë, ha annunciato che la municipalità non rinnoverà i suoi contratti con le aziende.
Colpo duro per tutti i cittadini Italiani, visto che dal momento in cui si avrà la privatizzazione, il bene “comune”,cioè l’acqua, avrà un incremento inevitabile di prezzo viste le speculazioni che hanno come esempio quello del comune Parigino.
Impensabile fino a poco tempo fa che un governo apparentemente vicino ai bisogni dei cittadini, gli facesse pagare il bene primario.

Forza Nuova già in passato aveva sollevato il problema e come veggenti all’ora avevamo predetto il fatto: quello che è nostro non è “pubblico”, ma bensì comune; allora come fa uno Stato a privatizzare un bene comune,cioè di tutti?
Noi la sappiamo bene la motivazione per la quale il bene verrà privatizzato: mettere a sedere in qualche poltrona di controllo questo o quel appartenente ad un partito politico che se ne frega del benessere dei cittadini ma che ha a cuore solo il proprio portafoglio,accumulando stipendi, poltrone ed errori che andranno a gravare sulle tasche dei cittadini ( un triste esempio GAIA e Alitalia docet). Forza Nuova con le sue prossime iniziative inerenti il caso acqua, raccolta firme e presidi in citta’, vuole confermarsi come unica vera forza sociale che sta dalla parte dei cittadini e dei loro bisogni, mentre il resto dei partiti vuole solo occupare più poltrone possibili nei posti chiave dei bisogni umani.

cordiali saluti,Daniele Rifredi

giovedì 19 novembre 2009

ANCHE LA COLDIRETTI CONTRO LA FAO

Riceviamo e pubblichiamo questo post.


FAO: Coldiretti, razziati 15 mln di ettari




L'aumento dei "furti" di terre ai danni dei Paesi poveri, con quindici milioni di ettari di campi
coltivati ceduti praticamente gratis o in cambio di vaghe promesse, è una nuova forma di colonialismo che deve essere fermata. E' quanto afferma la Coldiretti nel commentare l'annuncio della Fao sul nuovo codice di condotta per rendere meno pesante nei confronti delle povere comunita' rurali il fenomeno cosiddetto del "land grabbing", ovvero l'accaparramento di terreni agricoli da parte delle multinazionali straniere e fondi di investimento che, secondo gli esperti, muove un giro d'affari di 100 miliardi di euro.

Le oscillazioni dei prezzi dei prodotti agricoli mondiali e le restrizioni alle esportazioni da parte di alcune nazioni, hanno accelerato - sottolinea la Coldiretti - la tendenza agli acquisti dei terreni nei Paesi in via di sviluppo da parte di molti Paesi, in particolare di quelli arabi e della Cina, Siamo di fronte ad un salto di qualità nella speculazione finanziaria internazionale che - afferma la Coldiretti - dopo aver "giocato" in borsa senza regole sulle materie prime agricole si è rivolta direttamente alla compravendita di terreni, sottraendo così una risorsa determinante per lo sviluppo dei Paesi poveri.

Il termine di "neo-colonialismo" ben si addice a questo tipo di attività che, oltre ai terreni agricoli, portano all'acquisto anche delle risorse idriche per produrre beni alimentari. Nonostante gli effetti negativi, ci sono molti Paesi in via di Sviluppo che cercano di attrarre questi investimenti perché pensano di ricavarne benefici in termini di sviluppo, con l'ingresso di nuove tecnologie, l'aumento dell'occupazione, la realizzazione di infrastrutture.

In realtà i Paesi ricchi - rileva Coldiretti - utilizzano i campi per coltivare prodotti da destinare al proprio consumo interno, senza lasciare nulla o quasi sul posto, con il rischio che le popolazioni povere perdano la possibilità di accedere a risorse come il cibo e l'acqua. Il tutto stipulando contratti per accaparrarsi la terra che, secondo il rapporto Onu, sono sorprendentemente semplici e sintetici rispetto alla reale portata dalla transazione.

Il boom di acquisti di terreni agricoli nei Paesi poveri da parte di investitori esteri interessati alla produzione di alimenti da destinare alle proprie necessità - conclude la Coldiretti - è una nuova pericolosa forma di colonizzazione che va fermata. La sottrazione delle terre alle popolazioni locali ha preoccupanti conseguenze sulle popolazioni locali se si considera che i tre quarti delle persone che nel mondo soffrono la fame vivono nelle campagne.

martedì 17 novembre 2009

L'AIAB si scaglia contro la Nestlè


Roma, l'AIAB al controvertice Fao: "La Nestlé? una multinazionale arrogante"

Andrea Ferrante è presidente dell’AIAB - Associazione Italiana Agricoltura Biologica - e in queste ore, mentre si sta svolgendo il vertice Fao a Roma, va giù duro contro le multinazionali dell’alimentazione e in special modo contro la Nestlè.
AIAB è al controvertice Fao, dove i protagonisti non sono i politici ma i piccoli contadini che con l’agricoltura sostenibile e biologica contribuiscono alla lotta alla fame e alla tutela ambientale. Ferrante ha inviato ai media un comunicato a proposito della dichiarazione fatta da Peter Brabecke-Letmathe,presidente della Nestlè, a proposito dell’incontro del 12 novembre tra la multinazionale e la Fao in cui ha detto: "E’ sconfortante vedere con che semplicità un gruppo di benintenzionati e ben nutriti attivisti possa decidere sulle nuove tecnologie a scapito di chi sta morendo di fame."
Andrea Ferrante, in un comunicato stampa commenta così:
“La Nestlé dimostra ancora una volta la sua arroganza riguardo al problema della fame nel mondo. La Nestlé è uno degli attori principali del deprezzamento dei prodotti agricoli fatti dai contadini, e dunque uno dei responsabili dell’impossibilità dei produttori del Sud del mondo di commercializzare i loro prodotti sul mercato locale. Valga un esempio su tutti: il caso del latte in polvere venduto dalla multinazionale nei paesi in via di sviluppo. La multinazionale alimentare si permette di offendere le organizzazioni contadine di tutto il mondo che sono riunite in questi giorni a Roma per il Forum parallelo della società civile - Sovranità alimentare dei popoli ora! Ma in questo modo, la Nestlé dimostra ancora una volta l’incapacità totale di comprendere come il suo modello di produzione, che contribuisce a un sistema responsabile di obesità e cattiva alimentazione, sia anche un pezzo importante della cause dei cambiamenti climatici, della povertà e della fame nel mondo.

Ricordiamo infine i tanti movimenti che quotidianamente lottano contro la Nèstlè ma che non possono usufruire di alcuno spazio sui mezzi d'informazione.

lunedì 16 novembre 2009

OGGI IL VERTICE DELLA FAO A ROMA




Vertice FAO,un'invito ai Governi a finanziare di più o effettivo impegno a combattere la più grande vergogna dell'umanità?

Dalle esperienze passate e tenuto conto dei risultati ottenuti dal 1945 ad oggi,si evince che l'interesse,più che di attuare politiche agricole rivolte a rendere autonomi,almeno per quel poco che si può,i Paesi in difficoltà,tende inesorabilmente ad accumulare fondi che,probabilmente, serviranno più a finanziare le cene ed i grandi incontri dei vertici della FAO (con tutti gli sfarzi annessi) che a creare una qualsivoglia realtà atta a produrre un qualsiasi genere di "ricchezza" per quei Paesi che dicono di voler aiutare.
Preso atto di ciò,e del fatto che ogni anno continuano a morire di fame 30.000.000 di persone con altre centinaia di migliaia che soffrono di patologie dovute alla malnutrizione (dati che restano presssochè immutati anno dopo anno),non possiamo non giudicare vergognoso il comportamento dei governi membri della FAO,i quali permettono,ancora oggi e su un pianeta le cui risorse alimentari potrebbero tranquillamente sfamare almeno il doppio della popolazione mondiale,il pepetrarsi di un simile scempio.
Infine poniamo loro una domanda:
MA LA NOTTE,RIUSCITE A DORMIRE TRANQUILLI?

giovedì 12 novembre 2009

Apicoltura:Veterinario cercasi...


Per anni l’apicoltura è stata considerata un allevamento minore: pare essere questa la ragione principale della scarsa attenzione che a tutt’oggi, nonostante gran parte degli allevamenti siano in piena emergenza sanitaria , i medici veterinari pongono al nostro comparto. I corsi di laurea in Medicina veterinaria , peraltro, non prevedono percorsi formativi sulla conduzione apistica e sulle corrette modalità di prevenzione e controllo delle principali patologie dell’ alveare . Eppure la

legge delega al veterinarioufficiale la vigilanza e il controllo delle malattie infettive e diffusive delle api . Esistono tuttavia delle eccezioni: in Lombardia, ad esempio, esistono medici veterinari che con le api ci sanno fare. Giulio Loglio , referente provinciale per l’apicoltura della Asl di Bergamo, è uno di loro: Veterinario nonché Apicoltore . All’opera esemplare, che questo “medico delle api” ha saputo portare avanti negli ultimi venti anni, il mensile “La Settimana Veterinaria” dedica un dettagliato servizio che pubblichiamo volentieri e per diverse ragioni. La FAI – Federazione Apicoltori Italiani ha organizzato convegni nazionali sul delicato rapporto apicoltori-veterinari , in Italia si contano meno di uno specialista veterinario-apistico per regione: siamo agli ultimi posti in Europa e quasi tutti gli altri ventisei Stati membri hanno storicamente agevolato e promosso l’incontro tra questi due “operatori”, gli Apicoltori italiani non possono dirsi soddisfatti di tale condizione che li vede svantaggiati e spesso abbandonati quando si tratta di gestire le critiche condizioni di salute delle api. Per non parlare dei prodotti autorizzati: scarsa efficacia, costi elevati se si tiene conto che ognuno se li paga di tasca sua, ricambio di molecole praticamente fermo da ben quindici anni. Lungo questa strada non si va da nessuna parte. Anche gli Apicoltori , d’altro canto, hanno le loro responsabilità: dichiarano un numero di alveari inferiore a quello realmente posseduto, non denunciano le malattie che colpiscono gli apiari, non adottano comportamenti uniformi suggeriti da quei pochi in grado di dare consigli, non sempre usano prodotti autorizzati, non si fidano – diciamo noi – del livello professionale dei loro ispettori sanitari. Giulio Loglio è uno di quelli che a questi temi ha dedicato passione, impegno, buon senso. Consigliamo la lettura alle Autorità Sanitarie di ogni ordine e grado. E’ a loro tutti che l’Apicoltura italiana sta chiedendo aiuto.

© Fototeca FAI-Fabrizio Badoni

Leggi l’articolo de La Settimana Veterinaria

martedì 10 novembre 2009

Olio d'oliva. Varato il DM nazionale


Varato dalla Conferenza Stato–Regioni il decreto che disciplina in Italia l’obbligo di indicare in etichetta l'origine dell’olio d’oliva. Obbligo entrato in vigore, come previsto dal regolamento Ue 182/2009, lo scorso 1° luglio ma che in Italia non era stato possibile recepire a causa dello stallo dei lavori registrato dalla Conferenza Stato-Regioni. Ricevuto ora l’ok il dm entrerà in vigore, il giorno successivo alla pubblicazione in Gazzetta ufficiale.

Il decreto non prevede periodi per lo smaltimento delle vecchie etichette che restano quelli fissati dal regolamento Ue: possono essere smaltite senza termini e fino a esaurimento (si stima occorrano fra uno e due anni), le etichette che, come dimostrato dal numero di lotto, sono state realizzate entro il 30 giugno 2009.

Il testo ribadisce che le indicazioni da riportare sono quelle già disposte dal regolamento Ue e cioè si potrà scrivere, a seconda dei casi, che l’olio vergine ed extravergine contenuto è frutto di una “Miscela di oli d oliva comunitari”, oppure di una “Miscela di oli d’oliva non comunitari” o infine di una “Miscela di oli d’oliva comunitari e non comunitari”. Le imprese di confezionamento dovranno iscriversi in appositi registri tenuti nell’ambito del Sian. Quelle già riconosciute in base al precedente regolamento 1019/02 confluiscono automaticamente. All’iscrizione saranno assogettati anche i frantoi. Mentre saranno esclusi solo i confezionatori che imbottigliano olio realizzato con olive degli uliveti di proprietà.

Le procedure di iscrizione sono state definite da Agea e Icq in un apposito allegato al decreto. Un allegato copioso che definisce caratteristiche dei registri e le regole per la loro tenuta. I registri, compilati a mano o mediante sistemi informatici, devono essere vidimati dall’ufficio dell’Icq o all’ufficio regionale competente dove ha sede lo stabilimento di produzione o di deposito. Nei registri è prevista fra l’altro una descrizione dettagliata per ogni entrata o uscita di olio, indicando data e numero dell’operazione, il quantitativo, il nome del fornitore o del destinatario, l’indicazione dei recipienti di stoccaggio e quella del lotto dei prodotti preconfezionati. Sui registri vanno inoltre annotati i quantitativi relativi all’autoconsumo o ai trasferimenti presso i punti vendita aziendali. Oltre ai dati sulla produzione e ai quantitativi di olive impiegate, le movimentazioni interne e la produzione di miscele.

Secondo l’Unaprol «l’entrata in vigore del decreto contribuirà a fare luce sulle zone d'ombra del mercato dell'olio contrastando in modo più efficace frodi e sofisticazioni». «Nonostante i quattro mesi di distanza fra l’entrata in vigore del regolamento Ue e il decreto nazionale – ha detto dal canto suo il direttore dell’Assitol, Claudio Ranzani – il testo non ha recepito nessuno dei rilievi formulati e il funzionamento del sistema è delegato alla realizzazione di una burocrazia che non esitiamo a definire “folle”. Un mare di adempimenti e obblighi che non potranno non penalizzare la competitività delle nostre imprese».

sabato 7 novembre 2009

A RISCHIO LA SEMINA DEI CEREALI

Stretti tra i bassi prezzi e lo scarso interesse dei compratori, gli agricoltori italiani potrebbero ridurre le semine di grano.

Prosegue la tendenza al ribasso dei prezzi dei cereali, sia sui mercati a termine (futures di Chicago e Parigi), sia sulle principali piazze internazionali. E ciò si ripercuote pesantemente anche nel nostro Paese, dove cresce la preoccupazione degli agricoltori per una campagna che si prospetta peggiore di quella appena conclusa.
“Se il mercato non darà segnali di ripresa - dice Confagricoltura - il prossimo autunno molte aziende potrebbero decidere di ridurre drasticamente le superfici seminate a grano duro, avviando subito quell’avvicendamento richiesto per poter usufruire dell’aiuto specifico per i seminativi previsto dall’art. 68 del Reg. CE n. 73/2009.”

In Italia, infatti, l’andamento meteo-climatico negativo ha penalizzato il frumento, tenero e duro, sia in quantità sia in qualità. Nel caso del grano duro il raccolto 2009, stimato ormai inferiore a 3 milioni di tonnellate, si delinea ormai come il più basso degli ultimi 15 anni. Nonostante ciò, il prezzo continua a diminuire e la domanda di prodotto nazionale è quasi inesistente, vista la maggior convenienza del prodotto estero. Molti molini, tra giugno e luglio, hanno effettuato acquisti diretti nei Paesi UE (Spagna, Francia e Grecia), o hanno ottenuto licenze d’importazione da far valere entro due mesi, per frumento duro di provenienza statunitense offerto a prezzi molto bassi (meno di 170 euro/tonnellata FOB Golfo del Messico).

A livello mondiale è sempre più accesa la competizione sul prezzo del frumento tra i Paesi tradizionalmente esportatori dell’UE (Francia e Germania) e gli USA, il Canada, la Russia e l’Ukraina, che si gioca anche sulle oscillazioni dei tassi di cambio tra il dollaro e le altre monete nazionali.

A determinare questa situazione - spiega Confagricoltura - hanno contribuito i recenti aggiornamenti del governo USA e dell’International Grain Council sulle stime dei raccolti di frumento tenero nei Paesi maggiori produttori, previsti in crescita, rispetto allo scorso luglio, negli USA, nell’UE e in Russia. Ulteriormente abbassate invece le previsioni dei raccolti in Canada, Ukraina e Argentina. Le stesse fonti governative ritengono che i consumi mondiali di frumento, nella campagna 2009/10, resteranno sostanzialmente stabili, così come gli scambi. Di conseguenza si prevede un ulteriore appesantimento delle scorte a fine campagna.

Il livello dei prezzi all’esportazione registrati tra luglio e agosto negli USA ha indotto la Commissione Europea a introdurre, per la prima volta in quasi un decennio, un dazio all’importazione di grano duro di bassa qualità, che col 1° settembre ha raggiunto i 16 euro/tonnellata

“E’ un segnale preoccupante - dice Confagricoltura - di quanto sia forte la richiesta di merce a basso prezzo da parte dell’industria molitoria.
"E' una vergogna,aggiungiamo noi,che un Paese che si definisce civile permetta ad alcune aziende di perpetrare questi giochetti alla faccia dei nostri prodotti (che il ministero dell'agricoltura dice di voler difendere...) e dei nostri produttori!"

venerdì 6 novembre 2009

ROBERTO FIORE E LA LEGA DELLA TERRA, UN INCONTRO A CREMONA PER PARLARE DEL FUTURO DELLA NOSTRA AGRICOLTURA

Lega della Terra a Cremona - sabato 24 ottobre 2009 -

Sabato 24 ottobre 2009 i militanti della Lega della Terra si sono ritrovati a Cremona , in occasione della Fiera Agricola Nazionale del Bovino da Latte.
Eravamo li per far sentire la nostra voce contro il basso prezzo del latte italiano alla stalla; al nostro fianco c'era il Segretario Nazionale di Forza Nuova Roberto Fiore.
Sono stati distribuiti più di sette mila volantini che spiegavano cos´è la Lega della Terra e le ragioni della nostra protesta.
In sintesi quattro erano i temi proposti all'attenzione dei convenuti: il basso prezzo del latte pagato alla stalla, lo strapotere del comparto industriale e dei trasformatori, il vuoto legislativo nei confronti delle frodi nel settore lattiero-caseario e la mancanza di una politica a favore dell´agricoltura italiana e della protezione dei prodotti tipici.
Alle ore 11,00 è arrivato Roberto Fiore che, accompagnato da Paolo Zattoni, il responsabile della Lega della terra per il nord Italia, ha fatto visita agli stand della fiera ed ha incontrato numerosi allevatori, fermandosi a parlare ed ascoltando le loro preoccupazioni.
È stato ribadito ancora una volta il grave squilibrio tra i costi di produzione ed il prezzo di vendita del latte alla stalla, che, essendo troppo basso, mette a repentaglio la sopravvivenza di numerose stalle, circa 45.000. Si è parlato anche del problema delle quote latte e dell´invasione dall´estero di latte e cagliate a basso prezzo e di dubbia qualità e salubrità.
Più tardi Fiore e Zattoni hanno raggiunto la palazzina dei convegni per incontrare il ministro Zaia e presentargli " Le 10 domande a Zaia " sul problema latte ma, essendo il ministro assente, si è tenuto un cordiale incontro con il Presidente della Fiera di Cremona - dott. Antonio Piva - che ha ricevuto le 10 domande ed ha ascoltato le ragioni della Lega della Terra.
Roberto Fiore, incontrando la stampa, ha insistito per l'avvio di politiche di tutela dei prodotti nazionali e per il blocco dell´importazione di prodotti lattiero-caseari di provenienza extracomunitaria, ha denunciato la scarsa attenzione della politica sui problemi dell´agricoltura italiana ed ha rilevato come gli allevatori stessi non siano uniti nella lotta dei loro interessi. Zattoni ha invece denunciato lo strapotere dell´industria e della trasformazione nella formulazione del prezzo del latte alla stalla ed ha evidenziato la mancata volontà politica di effettuare controlli sull´adulterazione del latte e dei formaggi, con l´uso di cagliate, latti in polvere e liquidi di dubbia provenienza.
Abbiamo inoltre evidenziato come il promesso decreto legge sulla etichettatura e tutela delle produzioni agricole italiane sia impantanato nelle pieghe della burocrazia, ma soprattutto sia ostacolato dai poteri forti del mondo industriale e capitalista.
La Lega della Terra chiamerà a raccolta tutti quegli allevatori ed agricoltori che sono disposti a lottare per la sopravvivenza dell´agricoltura italiana e del mondo rurale e contadino, esempio sublime per le nuove generazione e per l´amore verso il proprio territorio.

giovedì 5 novembre 2009

MANIFESTAZIONE A CASSINO


Giovedì 5 novembre dalle 9,00 alle 19,00 a Cassino (FR) in Via G.B. Vico 6 (Piazza San Giovanni) di fronte al Consorzio di Bonifica "Valle del Liri" manifestazione congiunta della Lega della Terra e Forza Nuova per chiedere la riduzione delle aliquote sull'acqua ad uso irriguo.

Info: 346/3004975 - 335/6254274

martedì 3 novembre 2009

Borsabio.it, il portale per comprare e vendere bio

L’iniziativa è stata presentata ieri a Roma e riguarda i prodotti bilogici che potranno essere venduti e acquistati grazie al portale www.borsabio.it, Il servizio è una sinergia tra Amab (Associazione Mediterranea per l’Agricoltura Biologica), Aiab (Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica), Consorzio Gusti del Lazio, e Ministero per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali, per il Piano d’Azione Nazionale per Agricoltura Biologica.
L’obiettivo di borsabio.it è di accorciare la filiera del biologico e di rendere trasparente il sistema prezzi tanto che un ampio spazio sarà riservato alla comunicazione tra consumatori e operatori per rendere più fluide le inofrmazioni relative a eventuali aumenti o diminuzioni di prezzo dei prodotti.
Molto utile anche le sezioni acquista on-line con una selezione di aziende che vendono sul web. Ha detto Andrea Ferrante, presidente AIAB: "Finalmente aziende e consumatori avranno a disposizione uno strumento per accorciare la filiera. E' altresi importante la rilevazione prezzi sui cereali, un settore che sta conoscendo dei problemi evidenti di concentrazione della domanda, meccanismo che tiene artificialmente bassi i prezzi di acquisto all’ingrosso. Borsabio è uno strumento di trasparenza ed accesso al mercato per tutti i produttori bio italiani."