venerdì 29 gennaio 2010

Diossina nel latte materno a Pistoia


Difficilmente una popolazione può accettare senza riserve la presenza di un inceneritore sul proprio territorio.
E troppo spesso, la selezione dei rifiuti che poi dovranno essere bruciati non si svolge correttamente. Quanto comunicato, ieri sera, dal Comitato contro l’inceneritore di Montale, vicino Pistoia, ne è un esempio. L’impianto - peraltro già chiuso nel 2007 per superamento dei limiti di emissione previsti dalla normativa nazionale -è di nuovo al centro di una bufera dopo la comunicazione dei risultati di alcune analisi da parte dello stesso Comitato che- effettuate a proprie spese dai cittadini interessati - confermano la presenza di diossina nel latte delle mamme residenti nelle zone limitrofe all’impianto.

L’iniziativa è stata portata avanti a seguito del rifiuto reiterato da parte delle amministrazioni locali di effettuare indagini biologiche e sanitarie sugli individui le cui abitazioni si trovano presso l’inceneritore incriminato. In più di un’occasione, del resto, le istituzioni interrogate sulla vicenda hanno sempre negato la presenza di Pcb nelle emissioni.

A contrastare decisamente con tale versione dei fatti però, già negli scorsi mesi, sono intervenute diverse indagini effettuate dall’Arpat e dalle Asl locali su carni di pollo allevati nella medesima zona e che portano profili emissivi del tutto sovrapponibili a quelli riscontrati nel latte materno.


"La causa preponderante dell’inquinamento nella nostra terra è da ricercarsi inequivocabilmente nelle emissioni dell’inceneritore"

concludono i membri del Comitato.

La protesta va avanti.


domenica 24 gennaio 2010

Francia: fiori lungo le strade per salvare le api


La moria delle api è un problema di sempre maggiore interesse e del quale abbiamo parlato in passato.
A tal proposito mi sembra interessante, oltre che curioso, raccontare dell’iniziativa della Francia per porre fine alla riduzione di questa specie di insetti.
Lo Stato transalpino ha legiferato affinché si distribuiscano lungo 250 km di strade delle piante millifere entro primavera. Motivo? Offrire alle api nuove risorse floreali per la loro alimentazione. L’obiettivo è quello di proteggere questi insetti decimati dalle malattie in modo da aiutarli a fronteggiare il problema della diminuzione delle risorse di polline. Questo esperimento, che è stato illustrato dal segretario di Stato ai Trasporti, Dominique Bussereau, avrà durata di tre anni, dopo i quali (in caso di successo naturalmente) si provvederà ad estendere sull’intera rete stradale nazionale che non rientrerà nel sistema delle concessioni.
Bussereau ha sottolineato come l’obiettivo, oltre che ridurre gli impatti ambientali nelle infrastrutture, garantirà allo Stato francese un ruolo attuativo in materia di biodiversità.
Iniziativa curiosa, no? Il piano francese, a mio modo di vedere, è degno di grande ammirazione non soltanto per quanto sino ad ora descritto, ma anche perché rientra in un programma ben più ampio del governo locale in materia.
In Francia infatti, già qualche anno fa, come anche su su questo blog abbiamo segnalato in passato, si è voluto vietare l’uso dei pesticidi nicotinoidi.
Questa decisione, che non trova applicazione in Italia, è stata presa dopo che si è scoperto come queste sostanze davano un effetto tossico altamente distruttivo a questi insetti, al punto da causargli prima la perdita dell’olfatto e dell’orientamento e poi la morte.

martedì 19 gennaio 2010

COMMISSARIATO IL CONSORZIO DI TUTELA DELLA MOZZARELLA DI BUFALA CAMPANA


Riferisce il Ministro Luca Zaia dal suo blog:

Ho appena commissariato il Consorzio di tutela della Mozzarella di Bufala perché durante i controlli lo stesso presidente del Consorzio è stato sorpreso annacquare il latte. Ho gia’ firmato un Decreto in cui ho nominato quattro uomini di mia fiducia, che controlleranno, con la lente di ingrandimento, anche questo grave caso di contraffazione. Da due anni a oggi la mia politica di tolleranza zero ha portato alla scoperta di molti casi di contraffazione di prodotti alimentari. A novembre i numerosi controlli nella Grande Distribuzione hanno rivelato che nel 25% dei campioni analizzati, le mozzarelle non erano vere Mozzarelle di Bufala poiché contenevano almeno il 30% di latte di vacca.

Dunque dopo le mozzarelle alla diossina dello scorso anno, che causarono sia danni economici sia danni d’immagine, arriva prepotente una nuova mazzata e ad essere coinvolto direttamente,stavolta è proprio il Presidente del Consorzio di tutela.

Riferisce una notra stampa de Le Iene Show, in onda domani su Italia1:

Nel servizio in onda nella puntata di domani, mercoledì 20 gennaio 2010, Giulio Golia fa luce su alcune analisi giunte in busta anonima nella redazione del programma in cui risulta che, tra diversi caseifici certificati che producevano mozzarella di bufala con latte vaccino, è presente anche quello di proprietà di Luigi Chianese, presidente del Consorzio Tutela Mozzarella di Bufala Campana D.O.P.


Dal canto suo Chianese replica:

«È fuori da ogni cognizione e abnorme il dato reso noto dal ministro Zaia secondo il quale dai controlli effettuati a novembre nella grande distribuzione sia stato rivelato che nel 25% dei campioni analizzati, le mozzarelle non erano vere mozzarelle di bufala», dice Chianese. «Faccio questa affermazione - spiega - innanzitutto per tranquillizzare i consumatori. Quella che arriva sulle loro tavole è vera mozzarella di bufala. I dati a cui fa riferimento il ministro non sappiamo da dove arrivano. Sappiamo, e siamo felici di questo, che è stata nominata una commissione d’inchiesta che speriamo faccia presto luce anche sulla questione delle lettere anonime e delle illazioni di ogni genere che da due anni non fanno che gettare fango sull’intera filiera della bufala». Poi la staffilata finale: «I campioni prelevati dall’azienda di Luigi Chianese sono campioni di prima istanza e in quanto tali non validi a livello legale, almeno finché non si confermano i risultati con ulteriori analisi. E non solo: per legge devono rimanere, fino a prova contraria, riservati». Così non è stato, e dal presidente del Consorzio è partita una denuncia alla procura della Repubblica. «Ci sono stati troppi fatti strani» si legge in una nota del Consorzio nella quale si evidenza che riguardo alle dichiarazioni rilasciate da Zaia «all’ente consortile non è pervenuta allo stato alcuna nota ufficiale del Ministero delle Politiche Agricole sulla base della quale poter commentare in modo dettagliato il caso».

Immancabile anche l'intervento dell'assessore all'agricoltura della regione Campania Nappi,che anche stavolta,si ricorda del ruolo che ricopre solo quando gli attori sono usciti ed il set è stato smontato:

«Siamo lieti dell’intervento del ministro Zaia, che ha annunciato il commissariamento del Consorzio di tutela della mozzarella di bufala. Come Regione ci sentiamo parte lesa di fronte alle violazioni riscontrate durante i controlli nelle aziende, perchè è inconcepibile che per le inaccortezze e le frodi di alcuni un’intera filiera, altamente strategica per la Campania, rischi di essere fortemente penalizzata», commenta l’assessore, «La Regione a tale proposito rivendica un ruolo più attivo, non contrapposto ma complementare a quello dei livelli nazionali. E fin dalle prossime ore incontrerò tutti gli attori della filiera bufalina per sviluppare un programma di promozione della mozzarella campana, su cui la giunta regionale ha già individuato le risorse economiche, che si fondi irrinunciabilmente su qualità e rintracciabilità dei prodotti».

A presto gli sviluppi della vicenda.


venerdì 15 gennaio 2010

LA LEGA DELLA TERRA SUI FATTI DI ROSARNO



Riguardo ai gravi fatti tutt’oggi in corso a Rosarno, la LEGA della TERRA, unico rappresentante dei legittimi interessi del mondo contadino, stigmatizza l’atteggiamento di stampa e politici che concentrano la loro attenzione (e quella della pubblica opinione) sugli esiti sanguinosi del grave squilibrio dell’economia agricola nazionale senza minimamente accennare alle cause che hanno portato alla situazione attuale.

La verità è che oggi i mandarini coltivati e raccolti nella zona di Rosarno vengono pagati sul campo 6 centesimi al kilo e arrivano ad essere venduti, al dettaglio, a 2 euro al kilo.

Un complesso onnipervadente di strutture intermedie parassitarie lucra un’incredibile profitto incredibile grazie alla disponibilità permanente di capitali (proveniente da traffici illeciti) e alla contemporanea assoluta chiusura di credito degli istituti bancari nei confronti delle aziende agricole.

La LEGA della TERRA, nel quadro di una visione corporativa solidale e gerarchica dei processi di produzione e commercio, propone i seguenti rimedi:

  1. il Ministro dell’Agricoltura stabilisca un’equo prezzo (multiplo dell’attuale) per ogni prodotto dei campi;
  2. sia fissata a 50 euro netti la retribuzione per la giornata lavorative di un bracciante agricolo non qualificato;
  3. la disponibilità di giornate di lavoro sui campi sia veicolata ai giovani disoccupati italiani tramite liste comunali di disoccupati;
  4. siano fissati ferreamente a un numero massimo di due gli intermediari tra il campo e il rivenditore al dettaglio;
  5. sia posto un tetto massimo del 30% di ricarico per ogni passaggio di intermediazione;
  6. sia permesso al dettagliante (che sostiene spese e si deve liberare dell’invenduto) un ricarico massimo del 100%;
  7. sia istituito un istituto statale per il credito agricolo.

In questa maniera, il produttore moltiplicherà i guadagni, i giovani italiani disoccupati potranno essere impiegati, l’immigrazione clandestina e il caporalato saranno sradicati, il mandarino arriverà al consumatore al prezzo di un euro al kilo e non di due euro al kilo. I parassiti speculatori (quasi sempre espressione imprenditoriale di entità mafiose) saranno tagliati fuori.

Tutto il resto sono solo chiacchiere demagogiche di cui il mondo contadino è ormai stanco.

giovedì 14 gennaio 2010

AL VOTO IN U.S.A. UNA LEGGE PER VIETARE L'AGRICOLTURA BIOLOGICA




A nulla è servito l’orto di Michelle, cioè della First Lady: negli Usa il Governo si appresta a discutere la legge HR 875, meglio conosciuta come Food Safety Modernization Act of 2009 con cui, se approvata, si metterà al bando l’agricoltura biologica, ritenuta insana.
A essere banditi anche gli orti privati, quelli destinati all’autoconsumo. La legge è stata ideata dalla deputata democratica Rosa DeLauro, con la presunta finalità di creare una nuova agenzia in seno al Department of Health and Human Services chiamata Food Safety Administration (FSA). Il suo unico scopo sarebbe quello di proteggere i cittadini dalla gestione pericolosa del cibo redi creare uno standard per la sicurezza alimentare fino a coprire la sicurezza dei prodotti alimentari importati (chissà se ne farà le spese il Made in Italy?).
In pratica alla FDA, Food and drug administration resterebbero solo i controlli sui farmaci. Sebbene non vi siano indicazioni a sfavore della coltivazione per autoconsumo e mai sia usata laparola “biologico”, non ve ne sono neanche a favore, lasciando così il campo aperto a qualunque interpretazione. La formulazione usata nel disegno di legge riferisce che le disposizioni di sicurezza alimentare che consisterebbero nell’uso evidentemente di agenti chimici, sono a adottare verso un generico “meccanismo di produzione di cibo” e a “qualsiasi azienda agricola ” come “ranch, frutteto, vigneto, impianto di qualsiasi posto usato per coltivare” dunque pesumibilmente annche alle coltivazioni biologiche o a un orto familiare.
Ma negli Usa molte leggi sono spinte e in maniera del tutto trasparente da lobby.
In questo caso a volere questa regolamentazione la MONSANTO, CARGILL, ADM (Archer, Daniels e Midland) con altre 35 grandi imprese agroalimentari.

martedì 12 gennaio 2010

Dopo Rosarno: Luca Zaia propone le "etichette etiche" contro lo sfruttamento dei lavoratori extracomunitari in agricoltura





Luca Zaia, ministro per l'Agricoltura propone le etichette etiche contro lo sfruttamento di extracomunitari.
" L’agricoltura è un affare economico gestito dalla Mafie, almeno al Sud" (al nord è gestita dalle cooperative rosse,ndr).
I fatti di Rosarno sono a confermarlo. A proposito di possibili soluzioni Luca Zaia Ministro per l’Agricoltura avanza un ipotesi per combattere il fenomeno dello sfruttamento, fino alla schiavitù in taluni casi, dei lavoratori immigrati: dotare i prodotti agricoli di una etichetta etica, che indichi al consumatore che quel prodotto è stato ottenuto osservando le leggi sul lavoro in agricoltura.

Scrive il Ministro sul suo blog:

"Io non vorrei dimenticassimo che la certificazione e’ alla radice di tutti i sistemi economici avanzati, e anche della nostra legislazione: se voglio un appalto, devo anche provare di aver pagato i miei dipendenti".

Commenta Sergio Marini presidente Coldiretti, associazione di categoria vicina al leghista Zaia, ai microfoni di Radio CnrMedia:

"Penso che una etichettatura chiara in cui sia anche riportato tutto il percorso che è avvenuto dal campo alla tavola, anche rispetto all’utilizzo di manodopera, possa essere bene accetta da parte del consumatore. Oltretutto, certificando tutti i passaggi della filiera, potrebbe evitare tutte quelle situazioni di moltiplicazione del prezzo. L’interesse dei produttori italiani è quello che ci sia maggiore trasparenza possibile".

Aspro il commento di Antonio De Poli candidato dell’Udc alla presidenza della Regione Veneto che dice:

"Zaia fa finta di fare il bravo ministro lungo il Po, visto che altrove siamo all’agricoltura del Ku Klux Klan. E’ vero che Luca Zaia più di etichettare non credo abbia fatto a sostegno della nostra agricoltura ma cavarsela nascondendosi dietro le etichette è per davvero sconvolgente".

Noi di "Lega Della Terra" diciamo semplicemente che sarebbe più proficuo far lavorare solamente chi è provvisto di regolare contratto e di controllare seriamente che questi contratti vengano rispettati,solo così sarà possibile evitare eventi vergognosi come quelli di Rosarno.
Per questo ci fa sorridere quanto affermato dal ministro,che,forse dimentica,di provenire da un partito che ha promesso guerra all'immigrazione in ogni sua forma.

Il punto quindi è chiedere al ministro:

"Non crede,signor ministro,che questi immigrati,si trovino sul territorio Italiano perchè a qualcuno fa comodo avere manodopera a basso costo direttamente sotto casa o si fa finta di non saperlo perchè gli interessi economici,magari di amici,sono prioritari?"

"Non crede che sia ora di intervenire seriamente sulla faccenda cacciando i clandestini e punire dolorosamente quelle aziende che li sfruttano?"

Non sembrerebbe tanto difficile da attuare e si salvaguarderebbero sia gli ineressi dei lavoratori Italiani che la dignità di quelli stranieri.

domenica 10 gennaio 2010

I TAGLI DELLE CARNI BOVINE

Fare click sui singoli tagli di carne per visualizzarne l'immagine e una breve descrizione

1 Lombata 2 Filetto 3 Scamone
4 Girello 5 Fesa esterna 6 Noce
7
Fesa interna 8 Pesce 9 Geretto posteriore
10 Pancia 11 Fesone di spalla 12 Copertina
13
Girello di spalla 14 Taglio reale 15 Sottospalla
16 Geretto anteriore 17 Braciole 18 Petto 19 Collo



LE CARNI BOVINE
Carne di manzo - E' la carne dei bovino di 3-4 anni di età (manzo è chiamato anche il bovino femmina che non abbia mai partorito), che è stato castrato per favorirne l'ingrasso precoce, ottenendo così una carne qualitativamente migliore. Il suo contenuto in acqua è basso, mentre piuttosto elevata (10-15%) è la percentuale di grasso. Questo tipo di carne tende a scomparire, date le attuali tendenze dietetiche.
Carne di vitellone - E' derivata dall'animale abbattuto nel pieno della maturità, fra i 12 e i 18 mesi. Contiene meno acqua rispetto alla carne di vitello, mentre un po' più elevato è, generalmente, il contenuto in proteine. Per la conformazione dei tagli, il colore, la consistenza e il sapore, è fra le carni più pregiate. I vitelloni più rinomati sono quelli delle razze Marchigiana, Chianina e Romagnola.
Carne di bue - E' la carne dei bovino castrato che ha superato i quattro anni e mezzo di età. Pur essendo di elevato valore alimentare e di qualità eccellente, questo tipo di carne tende a scomparire dal mercato in quanto, non essendo più necessario per i lavori nei campi, il bue viene macellato prima.
Carne di vacca - E' ottenuta dal bovino femmina, generalmente macellato alla fine della cosiddetta carriera economica (produzione di vitelli e latte). Mentre una volta tale periodo corrispondeva all'età di 12-14 anni, quindi le carni ottenute erano di una qualità piuttosto scadente, oggi si tende ad accorciare questo periodo (6-8 anni), ottenendo così carni dei tutto simili, dal punto di vista organolettico, a quelle che nel passato si ottenevano dai manzi (circa 20% di proteine, e 4-8% di grassi), ma a un prezzo generalmente più basso.
Carne di vitello - E' ottenuta dal bovino macellato immaturamente, a circa 120 giorni di età, quando ha raggiunto il peso di 230-250 kg, dopo essere stato alimentato fin dalla nascita esclusivamente con latte. Le carni di vitello sono molto tenere per il superiore contenuto in acqua e il minore contenuto in grasso. Per tale motivo è preferibile cuocere queste carni lentamente. Il contenuto in ferro, nonostante il colore più pallido rispetto alle altre carni bovine, come pure il contenuto in proteine, sono gli stessi delle altre carni bovine.

martedì 5 gennaio 2010

Terminata l'emergenza rifiuti in Campania (per decreto). Sospesi i sindaci di Castelvolturno, Maddaloni e Casal di Principe


Il 31 dicembre 2009 in Campania è terminato il commissariamento per l’emergenza rifiuti. E a chiusura di questo intricato capitolo della Regione Campania è giunta sulla scrivania di Roberto Maroni, Ministro degli Interni, la richiesta del sottosegretario Guido Bertolaso di sollevare dall’incarico tre sindaci del casertano: Francesco Nuzzo, già dimissionario dal 18 dicembre, sindaco di Castelvolturno; Cristiano Cipriano sindaco di Casal di Principe e Michele Farina sindaco di Maddaloni. Per ora i tre sindaci hanno annunciato ricorsi al TAR.

Secondo il provvedimento dell’Interno i tre sindaci sono stati rimossi per:

Gravi e reiterate inadempienze nel settore della gestione dei rifiuti, tali da esporre a concreto e grave pericolo la salute dei cittadini e pregiudicare la salubrità dell’ambiente.

Nella lista nera di Bertolaso anche i Comuni di Aversa, Casaluce, San Marcellino, Trentola Ducenta, Giugliano e Nola che però sono stati “graziati” in quanto hanno dimostrato in extremis di riuscire a rispettare gli obiettivi della raccolta differenziata e dello smaltimento,in primis recuperare i soldi necessari a sostenerne le spese.(questo è "uno" dei motivi per cui è stato chiesto di destituire gli altri)

Intanto, l’art.11 del decreto che pone fine all’emergenza rifiuti prevede che la TARSU, la tassa sui rifiuti solidi urbani sia riscossa dalle Province e non più dai Comuni.

Ha detto Walter Ganapini assessore regionale all’Ambiente:

La fine dell’emergenza ci sarà quando avremo le società provinciali che funzionano, con gente perbene e manager adeguati, che gestiscano l’intero ciclo dalle isole ecologiche fino alle discariche, passando per gli impianti di recupero.

lunedì 4 gennaio 2010

Dorifora della patata: che fare?

esemplare adulto



esemplare giovane



La dorifora è sicuramente uno dei fitofagi più familiari e dannosi dell’orto e facilmente riconoscibile anche agli occhi dei meno esperti.

Gli adulti hanno notevoli dimensioni (10-12 mm) e presentano dieci caratteristiche linee nere sulle elitre giallo-aranciato. Le larve, anch’esse di dimensioni rilevanti (10-15 mm di lunghezza a maturità), sono invece di colore arancio-rossastro con una doppia fila di turbecoli nerastri ai lati del corpo.
Adulti e larve attaccano di preferenza la patata, ma non disdegnano le melanzane, mentre solo di rado causano danni sul pomodoro. In genere la prima e seconda generazione si accavallano, cosicché si possono osservare simultaneamente uova, larve di diversa grandezza e adulti tutti occupati con l’identica foga a cibarsi delle parti verdi delle piante, fino a causarne la completa defogliazione e quindi la morte. Quando l’attacco è più lieve, le piante reagiscono producendo germogli laterali ed nuove foglie a scapito della formazione dei tuberi che rimangono piccoli ed in numero scarso.
I danni sono spesso ingenti anche per la proverbiale prolificità (una femmina depone da 300 a 500 uova) e longevità (a seconda del clima si contano da due a tre generazioni l’anno) di questo vorace insetto.

Viva i tacchini

Le origini dell'insetto non sono chiare, ma sembrano appartenere alle regioni meridionali del Nord America e più precisamente Colorado e Messico.

Nel 1877, la dorifora raggiunse l'Europa e iniziò lentamente a diffondersi in tutto il continente. Durante la Seconda Guerra Mondiale l'invasione della dorifora venne usata come propaganda, affermando che tale insetto fosse stato lanciata dagli aerei americani per sabotare i raccolti. (...ma cosa si va a pensare!...)Durante questo periodio risale la diffusione massiccia in tutta Europa dell'insetto che fu introdotto in Italia nel 1944 e da allora, ha cominciato a rappresentare una grave minaccia per la coltivazione della patata, l’uomo le ha provate tutte, ma sempre con scarsi risultati. Negli ultimi anni del secolo scorso, epoca dei primi danni su vasta scala della dorifora, le uniche armi a disposizione degli agricoltori americani erano la raccolta manuale degli insetti e l’uso di tacchini, avidi divorati di dorifore. Altre raccomandazioni rivolte ai pataticoltori dall’ora furono l’uso di piante-esca; le rotazioni; l’impiego di varietà precoci. Con l’inizio del secolo arrivarono i primi insetticidi, diventati con il passare degli anni sempre più sofisticati e complessi, ma nonostante i grandi passi avanti della ricerca non sembra neanche la chimica l’arma vincente contro la dorifora. Negli ultimi tempi, la lotta alla dorifora si è orientata verso nuove strategie a basso impatto ambientale, alcune delle quali si prestano ad essere applicate anche su estensioni ridotte, come negli orti domestici. Vediamo come.

Rotazione

Un’adeguata rotazione (la patata non va mai ripetuta per più di due anni di seguito sullo stesso terreno) permette di eliminare circa l’85% delle dorifore adulte svernanti, perché con essa viene a mancare la fonte di nutrimento, viene impedita la migrazione dei fitofagi e favorita l’attività dei nemici naturali.
Se poi le piantagioni vengono effettuate a debita distanza (700 m corrispondono alla massima capacità di spostamento degli adulti di dorifora su terreno nudo) dagli appezzamenti che hanno ospitato la coltura precedentemente, l’effetto di prevenzione delle rotazioni viene ulteriormente rinforzato. Anche la presenza di una copertura vegetale può contribuire a ostacolare la proliferazione della dorifora. Se in primavera, dopo una coltura di patate, il terreno viene coperto con cereali, con un concime verde o con altre colture, il suolo resta freddo più a lungo, e quindi si ha un ritardo nell’emergenza delle dorifore adulte. Inoltre, rispetto al terreno nudo, la copertura vegetale ostacola gli postamenti dei fitofagi e ne accresce la mortalità. La dorifora sverna nel terreno allo stadio di adulto nei campi di patate e nelle loro immediate vicinanze, ad una profondità di circa 6-20 cm. Gli adulti escono dal terreno in primavera, in un periodo che corrisponde molto spesso all’emergenza delle piantine di patata. Una volta abbandonati i loro rifugi si nutrono per 5-10 giorni, stimolando così la rigenerazione degli organi di riproduzione. Se gli adulti non trovano delle piante ospiti nelle vicinanze entro 5 giorni, rigenerano i muscoli del volo e vanno alla ricerca di nuovi siti. Si considera che la portata massima del volo degli adulti sia di circa 700 metri, ecco perché per le nuove colture è utile rispettare tale distanza minima

Altre strategie di difesa da adottare sono di seguito elencate:

  1. Evitare di piantare solenacee nei pressi di zone in cui vi siano state coltivate patate durante l'anno precedente.
  2. Utilizzare fertilizzanti organici maturi
  3. Procurarsi insetti concorrenti come i coleotteri carabidi e la coccinella septempuctata che farà sparire le larve
  4. Estirpare manualmente gli adulti
  5. Solo nel caso ve ne fosse urgente necessità utilizzare pesticidi quali ACTARA 25 WG in dose 200g/ha oppure KARATE XPRESS in dose 600 g/hg
  6. E' consigliabile effettuare gli interventi quando viene superata la soglia di 10-15 insetti per pianta. Gli attacchi dopo la fioritura provocano danni limitati.
  7. E' possibile trattare le piante infestate con farina di roccia, litotamnio, silicato di sodio all'1 per cento, piretro o rotenone. E' consigliabile effettuare i trattamenti con queste sostanze la mattina presto sfruttando la rugiada sulle foglie al fine di accrescere l'effetto desiderato.

sabato 2 gennaio 2010

Piccolo calendario per la semina


Consigli utili per la coltivazione biologica

Avere a disposizione una zona del giardino dove poter coltivare un orto biologico, costituisce una grande soddisfazione, alimentata dal poter mangiare cibi genuini, non trattati con pesticidi con un buon risparmio economico:
Un orto deve essere esposto al sole in primavera e in estate. Riparato da vento e gelate in inverno.
In uno spazio di circa 50Mq di terreno la produzione estiva dell’orto biologico, soddisferà le esigenze di quattro persone.

Calendario delle semine

I mesi giusti per seminare correttamente l’orto biologico

Semina GENNAIO
Si seminano in letti caldi o sottovetro:
sedani,pomodori,ravanelli,peperoni, cavoli estivi,melanzane..
Si seminano in piena terra: cipolla bianca,porro,piselli,fave

Semina FEBBRAIO
Si seminano in letti caldi o sottovetro: angurie, ravanelli, sedani, zucchini, peperoni, pomodori, cavoli estivi, basilici, melanzane, meloni, cetrioli.
Si seminano in piena terra: barbabietole da orto, cipolle, rucola, rape piselli, carote, biete, cicorie, ravanelli, fave prezzemoli, lattughe, spinaci, scorzobianca

Semina MARZO

Si seminano in letti caldi o sottovetro: sedani, zucchini, cavoli estivi, peperoni, pomodori, melanzane, basilici.
Si seminano in piena terra: spinaci, valeriana, scorzobianca, rucole, zucche, meloni, zucchini in luoghi riparati, fagioli, cetrioli, angurie, pomodori, rape, b-b da orto, carote, cipolle, cicorie, biete, lattughe, porri, piselli, prezzemoli.

Semina APRILE
Si seminano insemenzaio: porri, peperoni, melanzane, sedani, cavoli, cavolfiori, pomodori.
Si seminano in piena terra: angurie, zucchini, rucola, scorzobianca, b-b da orto, cardi, basilici, biete, cicorie, radicchi, carote, cipolle, cetrioli, scarole, endivie, ravanelli, valeriana, zucche, porri, prezzemoli, fagioli, lattughe, piselli, pomodori, meloni, radicchi.

Semina MAGGIO
Si seminano insemenzaio: cavoli, lattughe, sedani.
Si seminano in piena terra: scorzobianca, endivie, prezzemoli, basilici, lattughe, cardi, carote, cicorie radicchi, biete, scarole, rucola, meloni, fagioli, spinaci, valeriana, zucche, zucchini
Piantagioni e trapianti: cavoli, pomodori, peperoni, melanzane.

Semina GIUGNO
Si seminano insemenzaio: cavoli
Si seminano in piena terra: scarole, zucchini, prezzemoli, rucola, cardi, cetrioli, basilici, carote, biete, porro cicorie, radicchi, endivie, lattughe, fagioli.
Piantagioni e trapianti: sedani, peperoni, melanzane

Semina LUGLIO
Si seminano insemenzaio: cavoli, carciofi.
Si seminano in piena terra: prezzemoli, rape, rucola, b-b da orto, lattughe, radicchi, cipolle precoci, porro biete, carote, fagioli, endivie, carote, finocchi, scarole, zucchini.
Piantagioni e trapianti: sedani.

Semina AGOSTO
Si seminano insemenzaio: carciofi, cicorie, scarole, cipolle precoci lattughe, endivie.
Si seminano in piena terra: zucchini, valeriana, cime di rapa, carote b-b da orto, cipolle precoci, cicorie, rape, radicchi, endivie, fagioli, finocchi, lattughe prezzemoli, spinaci, scarole, rucole biete
Piantagioni e trapianti: cavoli.

Semina SETTEMBRE
Si seminano insemenzaio: cipolle bianche, lattughe d’inverno
Si seminano in piena terra: valeriana endivie, finocchi, lattughe, prezzemoli, spinaci, biete, rape, rucola, b-b da orto, ravanelli, scarole, carote, cime di rapa, cipolle precoci, cicorie.
Piantagioni e trapianti: cavoli.

Semina OTTOBRE
Si seminano in piena terra biete, carote, spinaci, rucola, cime di rapa, valeriana, scarole, piselli, fave, ravanelli, lattughe, prezzemoli, cicorie, radicchi.

Semina NOVEMBRE
Si seminano in piena terra cime di rapa, carote e cicorie in luoghi riparati.

Semina DICEMBRE
Si seminano in piena terra fave,piselli. in letti caldi o sottovetro melanzane,ravanelli

Se la luna è calante

Cosa seminare con luna calante

Se il clima non e’ troppo rigido, in una coltura protetta, e’ possibile seminare: cavolo cappuccio, crescione, lattuga da taglio, radicchi, valeriana
In coltura protetta, in semenzaio o letto caldo, si seminano: insalata di maggio e lattuga a Cappuccio sarchiare e concimare la carciofaia e l’asparagiaia.
In giornate non troppo fredde, E’ possibile piantare le zampe degli asparagi.


Se la luna è crescente

Cosa seminare con luna crescente

In un semenzaio riscaldato, si possono seminare: basilico, pomodoro, peperone e melanzana.
Nei vasetti ad almeno +16° si possono effettuare le semine di melone, melanzana, anguria e cetriolo.
All’aperto: se il clima lo permette ed il terreno ha la giusta umidità, si seminano fagioli e piselli.
In coltura protetta, a dimora e solo se il clima è favorevole, si possono seminare ravanello, rucola, sedano, cicoria, rapa, agretto.