sabato 19 settembre 2009

La nostra prima azione





Pubblichiamo di seguito il documento che abbiamo redatto riguardo il cinipide del castagno e che tramite l'on. Roberto Fiore, è servito per esporre al parlamento europeo un problema che tocca da vicino la nostra comunità.
sezione di Montella (AV)

In Irpinia si estendono circa 9000 ettari di castagneti da frutto,di cui,circa 3000 ricadono nel comprensorio “CASTAGNA DI MONTELLA” riconosciuta DOC (primo ed unico caso in Italia per un prodotto ortofrutticolo) con DM del 05/12/1987 e successivamente inserita nell’elenco dei prodotti IGP nel 1996.

L’area “CASTAGNA DI MONTELLA” si estende esclusivamente

Nei comuni di Montella ; Bagnoli Irpino ; Cassano Irpino ; Volturara Irpina ; Nusco e Montemarano ad’un altitudine compresa tra i 500 ed i 1000 metri slm e, il numero di piante per ettaro oscilla tra le 80 e le 180 unità a seconda dell’età dell’impianto e dell’acclività delle pendici.

La produzione della “CASTAGNA DI MONTELLA” oscilla intorno ai 60000 q.li annui,produzione che è in serio pericolo,

minacciata,oltre che da continue annate di siccità alternate a nevicate premature (abbattutesi in pieno raccolto) che rovinano

di fatto il prodotto e la pianta,da un nemico ancora più pericoloso,

ossia un piccolo imenottero che risponde al nome di Drycosmus Kuriphilus Yasumatsu, conosciuto come Cinipide Galligeno del Castagno.Questo insetto è riconosciuto come uno dei pericoli peggiori per il castagno nella nostra zona in quanto non essendo autoctono non trova il giusto bilanciamento nel nostro ecosistema e la sua diffusione è dovuta principalmente ad importazioni selvagge di piante e innesti dalla Cina e dalla Turchia.

I danni che compie il Cinipide sono molto ingenti:provoca la formazione di galle,ossia ingrossamenti a carico di gemme, foglie ed amenti, da queste galle nel periodo compreso tra giugno e luglio,fuoriescono le femmine alate che vanno a depositare le uova nelle gemme.Dalle uova vengono fuori le larve che si sviluppano all’interno delle stesse gemme,senza che queste ultime mostrino un qualunque sintomo esterno di infestazione,ma,l’anno successivo,alla ripresa vegetativa,queste provocano un elevato numero di galle rossastre,bloccando lo sviluppo della pianta con ovvie ripercussioni sulla produzione,con cali stimabili intorno al 70% ed un forte deperimento delle piante colpite.

In verità, per combattere la diffusione di questo organismo qualcosa è stato fatto,infatti gli interventi di lotta al Cinipide sono prescritti dal servizio fitosanitario regionale attraverso gli STAPA CePICA competenti per territorio.

Questi prevedono,l’estirpazione e la distruzione della pianta infestata e di tutte quelle comprese entro un raggio di 20 metri tramite bruciatura per gli impianti di età compresa entro i tre anni ed una drastica e precoce potatura da effettuarsi entro fine maggio per gli impianti di oltre tre anni.

Fin qui potremmo anche dire che ci sta bene,senonchè queste misure,riscontrabili nel decreto 30 OTTOBRE 2007 all’art.7 comma 3,recepimento della decisione della commissione 2006/464CE,prevedono che,le misure obbligatorie di lotta siano totalmente a carico dei proprietari o conduttori.

Per questo noi chiediamo,essendo i comuni di:Montella;Montemarano e Volturara Irpina,inseriti nell’elenco dei comuni ricadenti nella “zona focolaio” dell’infestazione (di cui forniamo un’allegato) ,che:

1)Vengano bloccate tutte le importazioni di piante e innesti provenienti da Cina,Turchia e ogni altro Paese in cui si trovi il Cinipide;

2) I funzionari degli enti preposti:Comunità Montane;Ispettorati Agrari;Guardie forestali,siano presenti sul territorio per ispezionare tutti gli impianti ed identificare eventuali zone colpite;

3) Sia dichiarato lo stato di calamità naturale per le zone infestate,con relativo ed urgente intervento onde evitare di arrivare a contaminare il comprensorio della “CASTAGNA DI MONTELLA”,obbligando sì i proprietari ad attuare le suddette misure di lotta,ma sotto la direzione degli organi di competenza e riconoscendo loro un compenso per sostenere le spese dell’intervento e la conseguente mancata produzione.

Questa de “ La Lega Della Terra” di cui mi pregio essere il responsabile per Montella e l’alta Irpinia vuole essere un’invito a chi di competenza,a compiere un piccolo gesto per salvare un’economia che altrimenti risulterebbe seriamente compromessa ricordando che già nel 571 D.C i Longobardi,emanavano la prima legge di tutela di questo prodotto.


Riportiamo di seguito l’elenco dei comuni ricadenti nella zona focolaio,ossia la zona infestata ed i 15 Km che la circondano.

In questa zona si ritiene ancora possibile l’eradicazione dell’insetto.


  1. Aiello del Sabato (AV)

  2. Atripalda (AV)

  3. Avellino

  4. Baronissi (SA)

  5. Bracigliano (SA)

  6. Galvanico (SA)

  7. Candida (SA)

  8. Capriglia Irpina (AV)

  9. Castel San Giorgio (SA)

  10. Castelvetere sul Calore (AV)

  11. Castiglione dei Genovesi (SA)

  12. Cava dei Tirreni (SA)

  13. Cesinali (AV)

  14. Chiusano San Domenico (AV)

  15. Contrada (AV)

  16. Fisciano (SA)

  17. Forino (AV)

  18. Giffoni Sei Casali (SA)

  19. Giffoni Valle Piana (SA)

  20. Grottolella (AV)

  21. Manocalzati (AV)

  22. Mercato Sanseverino (SA)

  23. Mercogliano (AV)

  24. Monteforte Irpino (AV)

  25. Montefredane (AV)

  26. Montella (AV)

  27. Montemarano (AV)

  28. Montoro Inferiore (AV)

  29. Montoro Superiore (AV)

  30. Moschiano (AV)

  31. Nocera Inferiore (SA)

  32. Nocera Superiore (SA)

  33. Ospedaletto d’Alpinolo (AV)

  34. Parolise (AV)

  35. Pellezzano (SA)

  36. Quindici (AV)

  37. Roccapiemonte (SA)

  38. Salerno

  39. Salza Irpina (AV)

  40. San Cipriano Picentino (SA)

  41. San Mango Piemonte (SA)

  42. San Michele di Serino (AV)

  43. San Potito Ultra (AV)

  44. Santa Lucia di Serino (AV)

  45. Santo Stefano del Sole (AV)

  46. Sarno (SA)

  47. Serino (AV)

  48. Siano (SA)

  49. Solofra (AV)

  50. Sorbo Serpico (AV)

  51. Summonte (AV)

  52. Taurasi (AV)

  53. Vietri sul Mare (SA)

  54. Volturara Irpina (AV)

  55. Montecorvino Rovella (SA)


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